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crazyringlets ([personal profile] crazyringlets) wrote2010-12-10 03:14 am
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3 trentini entrarono in veneto rockeggiando

A fatica ricomincio a postare in questo blog cogliendo l'occasione per parlare di un evento datato, un concerto al quale ho assistito nel lontano settembre, ma del quale voglio accennare almeno qualcosa in quanto mi consente di disquisire del rapporto Trentino/Musica.

Premetto che ho cominciato a venire a contatto con la realtà tridentina nel 2005, quando mi ci sono stabilita per motivi di studio. Le prime scoperte (dell'acqua calda) fatte sul campo in materia trentina, sono state le seguenti:
  1. no, storicamente non ci hanno fatto solo il Concilio di Trento;
  2. no, non fa poi tanto freddo. Anzi d'estate c'è un caldo africano;
  3. la popolazione ggiovane è super-rock ("perchè qui si cresce a pane ed AC/DC" [cit.])
Quest'ultima rivelazione mi ha resa una giovine donna felice dato che la sottoscritta, per sciagura, proviene dalla boriosa zona industriale veneta dove la ggente ascolta musica commerciale "perchè si può ballare in ddiscoteca".
E' per questo che sono stata alquanto contenta quando ho saputo che un'orda di trentini avrebbe trotterellato al di qua del confine austro-ungarico a creare un po' di scompiglio. I trentinacci in questione erano i The Bastard Sons of Dioniso (aka Michele, Federico, Jacopo), il trio portato alla ribalta dalla Mara Maionchi nella seconda edizione di ics factor. Non vedevo i tre live dall'aprile del 2009 quando, in una Trento sconvolta dal diluvio universale, si esibirono con due canzoni messe in croce durante il concerto di ics factor a favore dei terremotati dell'Abruzzo. Ciò che mi è parso chiaro è quanto oggi si vogliano distaccare dall'immagine televisiva: nessuna gigioneria (cit.) icsfactoriana in setlist, ma canzoni interamente made in Dionisioland, quasi totalmente estratte da "In Stasi Perpetua" (ultima fatica discografica del trio), intervallate da cover acustiche di Crosby Still Nash e Young ("Suite Judy Blue Eyes"), Beatles ("Here comes the Sun") e Tenacious D ("History", "Jesus Ranch") piazzate lì in modo da far riposare il timpano provato dal fracasso dionisiaco dell'ascoltatore veneto.




Sebbene questo filone dell'hard rock (?) non sia esattamente il mio pane quotidiano, devo dire di aver apprezzato, perchè ci troviamo senz'altro davanti a dei validi musicisti, Federico e Michele sono due voci interessanti e riconoscibili e i tre insieme trasmettono quell'idea di cojonaggine e "ruralità" che in una band non guasta mai.

A questo punto, ci tengo ad aggiungere qualcosa sui Vetrozero, band d'apertura (anch'essa trentina), che fa un "genere" diciamo più vicino a quello che mi aggrada. I Vetrozero sono una band esordiente (il loro primo album credo sia uscito a novembre) che si è fatta conoscere quest'anno in quel del Parco S.Giuliano, partecipando al contest dell'Heineken Jammin Festival. La band ci ha intrattenuto per circa mezz'ora ed ha creato un bel coinvolgimento considerando che alla fine della performance ci siamo ritrovati a sguaiare pezzi di canzoni a random.
Degni d'attenzione comunque trovo siano i testi . Qui includo un live della canzone che ho preferito, "Grisou".



...Belli nascevano
  belli morivano
  siamo noi le perdite, le perdite, le perdite...

...Taglio i ponti con chi non mi valorizza più
   Taglio i ponti con chi non mi porta i fiori
   con chi vive per il mondo fuori...


Ascoltiamoli sti Vetrozero, lasciamo per strada  rapporti "dannosi" ai quali ci attacchiamo non si sa per quale motivo, via-via-via ai calpestatori di dignità umana altrui, agli amici, amanti, compagni, accompagnatori et simili a cui non frega una cippalippa di noi, ma che vivono "per il mondo fuori" (ogni riferimento a fatti a me concernenti è puramente casuale).
Un grazie per l'occasione di riflessione Vetrozero.

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