Convivendo

Ogni riferimento a canzoni antonacciane è puramente e decisamente casuale


E' grazie ad una cara amica e alla sua invidiabile esperienza di studio all'estero che mi è tornato alla mente cosa significhi dover convivere con degli emeriti sconosciuti. Lo status di studente universitario o di lavoratore fuori sede presuppone quasi automaticamente il dividere pagamenti di affitto, bollette e spese condominiali, nonchè il fatto di litigarsi il bagno e accapigliarsi per i turni delle pulizie, con persone mai viste in vita propria.

Ho sperimentato il brivido della convivenza con sconosciuti sia in Italia che all'estero e posso dire di aver accumulato in ambito un certo bagaglio di esperienza.
Ovviamente la probabilità di beccarsi gente che non vada da un estremo all'altro è tendente allo zero assoluto. State pur sicuri che il vostro coinquilino sarà o il casinista cronico o quello che dispone i prodotti nella dispensa in ordine alfabetico. O la discarica umana, o il compulsivo-ossessivo della pulizia. O l'intollerante al sapone, o colui il quale potrebbe fissare il proprio domicilio in via Manzoni 1, scala B, interno toilette.
State pur certi che la via di mezzo, l'individuo dotato di una certa dose di equilibrio esistenziale non lo troverete mai.

Dato tutto ciò per appurato, occorre trovare il modo per rendere la convivenza la più facile possibile. Qualche consiglio per le matricole lo butto lì:

• MANTENERE UNA SOGLIA DI INDIPENDENZA (mettete dei paletti o marcate il territorio tipo i cani). Ho riscontrato che, in molti casi, i coinquilini tendono a dividere la spesa e quindi ad avere una dispensa comune. Questa non è una mossa furba. Vi ritroverete a litigare e durante i vostri simpatici scontri usciranno frasi tipo "tu hai mangiato più di me", "mi hai consumato tutto il latte", "abbiamo diviso a metà la spesa, però il succo di frutta lo bevi solo tu, dovresti darmi indietro i soldi". Ecco, robe così. Io consiglio sempre di ridurre al minimo indispensabile i prodotti in comune (limitarsi tipo ai detersivi), di tenere ben separate le derrate (...) alimentari (del tipo ognuno ha la sua credenza o scansia personale) e di suddividersi lo spazio anche all'interno del frigorifero. Diffidare anche del neo-coinquilino che vi invita ad approfittare tranquillamente delle sue cose . Quasi mai questa è generosità disinteressata. Se noi prendiamo del suo, lui si sentirà autorizzato ad appropriarsi del nostro senza farsi troppi scrupoli. Non metto in dubbio ci possano essere persone carine e disponibili, ma questa è una cosa che va appurata nel tempo. Studiate il nemico sul campo;

• ELASTICITA' MENTALE. A meno che i coinquilini assumano comportamenti che debbano essere necessariamente ripresi, trovo sia intelligente avere una certa dose di elasticità mentale ed evitare di rimbrottare o richiamare il soggetto per ogni minima sciocchezza o disattenzione. Se per una volta si dimentica la luce accesa, spegnetela voi, senza fare tante storie. Richiamatelo all'ordine solo per cose di un certo peso e anche per comportamenti sbagliati di minore importanza, ma che tende a ripetere nel tempo;

• NON FARSI METTERE I PIEDI IN TESTA. Certe persone, al contrario, tendono a passar sopra a troppe cose, per non litigare e per il "quieto vivere". Anche questo è sbagliato. Il coinquilino in malafede penserà che siate stupidi o quantomeno facilmente manipolabili. Se necessario, non abbiate paura di mandarlo (pacatamente) a quel paese. E' giusto farsi un po' temere da certa gente;
  

• BUONSENSO. Evitiamo di organizzare festini ad insaputa del nostro coinquilino, di tenere il bagno occupato per una giornata intera o di far finta di aver dimenticato che era il nostro turno per le pulizie, sì? Ecco, bravi.

Concludo con un IN BOCCA AL LUPO  a tutti gli sfollati in case per studenti, e con un ultimo consiglio: ARMATEVI DI TANTA PAZIENZA.

Tante care cose.


P.S. Ah, in tema di convivenza, idea fiqua della Provincia di Parma: