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Avrò ripetuto sino alla nausea della mia predilezione aka ossessione per twitter, in ambito di socialini. Quando sento il bisogno di elargire il Sara-pensiero, tendo a tradurlo automaticamente in cinguettio dato che su zuckerbergiani lidi tendo ancora a trovarmi a disagio, non so bene se per le passate esperienze di 'amicizia' forzata con bimbominkiume, o se per via della natura eccessivamente 'promozionale' e poco tutelatrice della privacy della piattaforma.

Su twitter viene inevitabilmente prediletta la 'parola' e probabilmente rappresenta il social ideale per chi si sente 'uomo di verbo' (?) Personalmente i 140 caratteri non li sento una limitazione, la capacità di sintesi è sempre stata una qualità stilistica da me apprezzata, sta di fatto che v'è un rovescio della medaglia. I caratteri limitati ti portano alla spasmodica e perenne ricerca della battuta ad effetto. Breve ma ficcante. Pungente ed irriverente. Ed inevitabilmente si finisce col fare dell'ironia e sarcasmo su cose che magari meriterebbero una riflessione articolata, e non due righe liquidate accazzo, in quattro e quattr'otto.

Un esempio emblematico è il caso Schwazer consumato in questi giorni di Olimpiadi. Schwazer, portabandiera dell'atletica italiana, trovato positivo all'antidoping. Apriti cielo! Come se non ci fosse un domani, si abbattono in timeline battute di cattivo gusto e sulle presunte proprietà dopanti della merendina cariadenti per pinguini a cui Alex fa da testimonial. Inutile negare che la cazzata l'ha fatta, ma chi, come me, lo 'conosce' e lo segue dall'inizio della sua carriera agonistica, sa che ciò non è altro che l'atto finale di un percorso fatto di malessere (e secondo me depressione) pesante. Di un individuo che da tempo lanciava messaggi di disagio, e che ogni volta lo si sentiva parlare ai microfoni, lo faceva per dire che non aveva le motivazioni per andare avanti, che era stanco, che non ce la faceva più. Il ricorso all'epo è stato l'ultimo folle tentativo di far fronte alle pressioni e alle aspettative altrui, in un atteggiamento figlio di questi tempi in cui se non vinci non sei nessuno. Tutto questo però la gente non lo sa e non lo vuole sapere. L'importante è giudicare sulle basi del niente, fare i burloni, gli spiritosoni nel patetico tentativo di guadagnarsi un ancor più patetico retweet. Non importa a chi si deve passar sopra.

L'ironia, oltre a saperla capire, bisogna saperla usare, comprendere quando è il caso di scherzare e quando no. Sui social è un'arma data in mano a gente senza licenza.

Macchisenefrega, pensano i più, scherziamoci sù. E a questi non posso che augurare ciò:


[ link: https://twitter.com/GiTode/status/233149329165135872 ]

Diamoce tutti 'na calmata, và.

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  •  Oggi è ufficialmente il quindicesimo giorno di terremoto, ed è maledettamente vero, non si può comprendere cosa sia, finchè non lo si vive sulla propria pellaccia. Ieri, dopo lo scossa delle 21:20, il solito genio bazzicante sui sogialcosi ci dava dei sensazionalisti perchè "una magnitudo di 5.1 non è forte" ( ! minghia, aspetterò di venir inguirgitata dalla faglia di Sant'Andrea prima di gridare all'allarme) e qualcuno si è meravigliato quando ho raccontato che anche qui c'è gente che dorme nei garage per non stare all'ultimo piano dei condomini, o quando ho detto che io stessa è da due settimane che dormo vestita e con saccoccia d'emergenza pronta. La verità è che quando la strizza prende, prende. E che non sono una fifona, eh. Storicamente godo della fama della dura, una che sa affrontare il pericolo meglio di quanto sappia affrontare le relazioni d'ammore. La verità è che i nostri sono patetici tentativi di avere il controllo della situazione, dato che questo è un evento dinnanzi al quale c'è poco da fare. Sto vivendo nella costante angoscia di come farò a tirar fuori  una novantenne semi-inferma dal letto se dovesse sopraggiungere il pericolo di notte. Proprio non lo so.
  •  Sono notoriamente metereopatica. Quando è inverno, avverto sempre un intenso fastidio al ginocchio destro con almeno un paio di giorni d'anticipo sulla successiva nevicata. Non parliamo poi quando si tratta di cambio stagione, con una spossatezza generale che si abbatte addosso a mo' di macigno. Questi giorni, sarà la combinazione della tensione per il sisma e l'abbattersi di condizioni metereologiche che in gergo tecnico definirei "demmerda", mi sono tramutata in un rottame vivente , larveggiante di giorno e di notte, con dolori localizzabili un po' in tutte le articolazioni. Di particolare intensità su ginocchia, caviglia e polso sinistro, per non parlare poi dei sinistri cigolii ( ! ) provenienti dai gomiti ogniqualvolta li muovo un po'. Se necessitate di un dispositivo meteo per previsioni, in vista di ferie, feste, giorni liberi, stagioni del raccolto, mi candido ad un modico prezzo. M'accontento di vitto e alloggio.
  •  Non che sia una novità, ma la nostra classe politica vive totalmente fuori della realtà. La settimana scorsa, un terremotato intervistato, stanco del solito andirivieni di politicume che si presenta alle trasmissioni tv  incolpando sistematicamente i precendenti governi per tutti i mali del mondo e capace solo di parlare a vanvera e mai di proporre qualcosa di pratico, si è rivolto a suddetto esponente politico dicendo: "E allora me lo dica lei onorevole La Russa, la settimana prossima ho la raccolta delle ciliegie e il mio deposito è crollato. Dove le metto secondo lei, eh?" Risposta di Ignazio (con trascrizione letterale fedele all'originale):"Beh, stibadele nelle ghiese indando, no?" Stipatele nelle chiese. STIPATELE-NELLE-CHIESE. Eccerto come non pensarci. Nelle chiese pericolanti o crollate, come no. Bah, qua pare veramente di avere a che fare con la nobiltà francese de "non hanno il pane?dategli le brioche".
  •  In questo periodo ci siamo tramutati in "Italiani, popolo di geologi, sismologi e allenatori" ( che l'attenzione per il calcio non viene a mancare manco in sti momenti).

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Mi ero ripromessa di non dire niente, anche perchè di parole se ne stanno sprecando fin troppe in queste ore. Alla fine ho ceduto perchè di tenermele nel gozzo non ce la facevo più.
Il dolore c'è, come il senso di amarezza e purtroppo di impotenza. Il cordoglio è autentico, non forzato nè tantomeno di circostanza, dato che una sensibilità, un'empatia posso dire di avercele. Anche una certa cognizione di causa. Per qualche strano e (s)fortunato destino, persone di famiglia sono scampate a due attentati terroristici. Uno noto con il nome di Piazza Fontana, l'altro come 11 settembre. Piazza Fontana l'ho vissuta solo attraverso i racconti, ma gli occhi testimoni di quella strage, quando rivivono quei momenti, sono dolorosamente sinceri, ed è inevitabile che si segnino nella memoria. L'11 settembre 2001 l'ho passato come tanti altri, congelata davanti a un televisore, con la sola differenza che qui si aspettava una telefonata dall'America che non arrivava. Andò tutto bene, grazie al cielo, ma quei momenti, minuti, ore di ansia, non te li scordi facilmente.


Il nostro è un paese disgraziato, come è disgraziata la gente. PERCHE' è disgraziata la gente. E quando dico disgraziata, intendo priva di grazia, priva di compassione sincera, priva di umanità. C'è una canzone de I Mercanti di Liquore, che definisce l'Italia "maestra di furbizia e un pò voltagabbana però rispetto ad altri, più tenera ed umana". Ecco, io non riesco più a vederla questa umanità. Dov'è? Io continuo a guardare, ci metto la buona volontà, ma quello che scorgo è solo bestialità.

In questi giorni ho assistito ad uno spettacolo umiliante sul web. In occasione del programma di la7 Quello che (non) ho, si è riversata una marea di oscenità in timeline. Oscenità, le voglio definire così. Gente che si è lamentata del "programma moralizzatore" quando fino a due settimane prima si scandalizzava dei programmi trash di mediaset e delle farfalle di Belen. Maestrini che hanno avuto da ridire perchè "si è parlato dei bambini morti nella strage di Beslan" (atroce strage che non ha avuto uno straccio di rilevanza nella stampa di questi anni e che era ora avesse uno spazio) "e non di quelli che sono morti nella guerra in Ex Jugoslavia, che è durata ben di più", come se la vita di un bambino morto in una guerra valesse di più di quella di un bambino morto in un attentato terroristico. Gente che si è fatta beffe di Saviano definendolo un "prete benpensante che fa la morale", uno che "ha fatto i soldi con la narrativa ( ! ) e che s'è fissato con 'sta storia dei Casalesi, che son diventati come i cattivoni dei romanzi", come se si stesse parlando di fiction, no? Per non parlare di quelli che sono andati sulla sua pagina facebook per scrivergli che "sperpera i soldi dei contribuenti" perchè ha dieci agenti di scorta. Questa stessa gente (che siete gli stessi, eh?vi ho ben letti) che per tre giorni è andata avanti a dipingere Saviano come un fenomeno da baraccone, ora è quella che piange e grida alla vergogna delle mafie. Che si indigna se la De Filippi non ha sospeso la prima serata per lutto e che si fa bella con tanto di toccanti hashtag commemorativi.

Cosa cazzo passa per la testa degli italiani? Sempre a riempirsi la bocca di tante belle parole quando succedono le atrocità, per poi, il resto dell'anno, dare addosso ai Saviano che ci mettono la faccia e combattono in prima persona. A puntare il dito sempre, a collegare il cervello alla bocca mai. A seguire il gregge sempre, a pensare con la propria testa mai.

Quando stasera andrete a cambiare il mondo diventando fan delle varie pagine commemorative per Melissa, caduta per le mafie, fatevi un esame di coscienza prima di scrivere messaggi di cordoglio per la famiglia. Via la maschera da personcine perbene, e pensate davvero se ne siete degni.
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Succede che manco al paesello si può più stare tranquilli ragazzi, robe che non ci si può credere. Fino all'altro dì, a parte qualche tristissimo caso di furto di ortaggio dall'orticello del fattore, il mio 'quartiere' poteva vantare un tasso di criminalità ( ! ) tendente allo zero. Ora, complice l'infausta crisi, pare che le cose stiano cambiando velocemente.

La cosa "buffa" è che uno poteva figurarsi, che ne so, tentati borseggi, scassinamenti delle macchinette cambiasoldi, del distributore automatico della benzina (ma per carità, non forniamo spunti) ed invece la tristezza regna sovrana anche nella microcriminalità. Il cimitero, infatti,  pare essere il nuovo territorio d'azione degli aspiranti Arsenio Lupin (lupìn, pronuncia alla veneta) dell'alto vicentino. Dopo innumerevoli casi di sparizione di vasi di fiori prelevati da loculi, lapidi, cappelle di famiglia, anche la povera anima di mio nonno è stata 'derubata' di due vasi nel giro di pochi mesi. Ultimo caso proprio oggi.

Tempo di andargli a fare visita, constatare l'accaduto e tornare indietro a prendere la macchina, che ci si ritrova poi questa altra graditissima sorpresa...

['peccato' per il novello Arsenio che in questa macchina non tengo l'autoradio, tiè]

Cioè, manco i morti vengono risparmiati. Tanto odio per l'umanità.
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[Sì, mi diverto a botte di giochetti linguistici, e sono consapevole della tristezza della cosa, ma che ci volete fà, sono una persona molto triste]

E' Pasqua e presto ci verrà recato in dono un altro bell'aumento sul carburante. La soglia dei 2 euri al litro verrà superata in tutta Italia.

La domanda che vi pongo è: quali sono i metodi che utilizzerete per far fronte al caro benzina? Macinerete km a piedi tipo maratoneta, viaggerete clandestinamente issandovi sul portapacchi della panda del vicino, metterete le ali? Si accettano suggerimenti.
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Quando mi lamento con le genti delle mille difficoltà di abitare in c*lo al mondo ( il negozio più vicino sta a due km, così come la prima fermata del bus...il tutto con un dislivello altitudinario non indifferente e strade con buche degne della Parigi-Dakar), mi viene spesso ripetuto che, al contrario, dovrei ringraziare Iddio ogni giorno per il fatto di risiedere in mezzo al verde, lontana dallo smog della città e dalle beghe di condominio. La verità è che i rapporti di vicinato sono una vera e propria piaga biblica sia in città, nel risiedere in condomini, che in campagna, in villette a schiera o in case di proprietà. E lo dico con cognizione di causa, dato che ho provato entrambe le entusiasmanti alternative.

Se il condominio sembra racchiudere il peggio della società e le riunioni dei condòmini rappresentare l'anticamera dell'Ade, vi assicuro che neanche tra le verdi terre è uno spasso. Chi decide di risiedere lontano dall'asfalto non sempre lo fa per l'amore della natura e dell'aria pulita; numerosi sono infatti i casi di persone, in città schizzinose o attaccabrighe, che decidono di 'delocalizzarsi' perchè, ommioddioh, i vicini erano proprio insopportabili, era ora di cercare un po' di pace, non rendendosi conto (o non volendo ammettere neanche sotto tortura) che il problema erano loro in prima persona. Questi illusi credono che la campagna (o la collina, quel che è) rappresenti un habitat in cui non si devono condividere spazi e dove possono fare tutto ciò che gli pare, optando quindi per una svolta campagnola convinti di poter essere i re incontrastati del mondo.

Ed è così che quelli che nei condomini ti parcheggiano l'auto nel tuo posto macchina o si lamentano con l'amministratore perchè nello spostamento di una sedia hai provocato troppo rumore ed eccessivo spostamento d'aria, sono gli stessi che in campagna ti piazzeranno il bolide davanti il vialetto o approfitteranno, senza problemi, dei frutti del tuo orto o del tuo giardino. Non parliamo poi della condivisione degli spazi. Realizzando, una volta effettuato il trasferimento, che vivere in campagna non significa stare in un eremo e che esistono effettivamente altri rappresentanti della loro specie, cominceranno a delimitare il loro prezioso spazio vitale erigendo muretti a secco alti due metri, piazzando recinti, reticolati, fili spinati degni di Guantanamo, in modo che non anima viva sconfini con un alluce nella loro proprietà. Ovvio che poi la cosa non sarà reciproca. Essi potranno infatti parcheggiarti la macchina di fronte al garage o piazzarti la loro spazzatura davanti l'uscio di casa.

Quando si tratta dei dispetti, in campagna ci si può sbizzarrire a più non posso. Se nel condominio cittadino, il vicino frustrato si esibisce in numeri di sparizione dello zerbino o di apertura della tua cassetta della posta, in campagna avrà molteplici fonti di ispirazione, date soprattutto dalla presenza di flora e fauna. Con la scusa di portar fuori il cagnetto a fare il bisognino, ad esempio, ello farà in modo che il suo amichetto a quattro zampe depositi le sue deiezioni solide a pochi passi dal tuo ingresso, o che, nell'espletazione di quelle liquide, disegni complessi ghirigori sulle tue pareti esterne.
Ello poi troverà infinita soddisfazione nel piantare di fronte casa tua, e direttamente davanti l'UNICO punto luce della tua cucina, uno sconosciuto vegetale dall'alto fusto e fitto fogliame (mai visto in zona e probabilmente fatto arrivare con un cargo dal Sudamerica per le sue caratteristiche di "rigogliosità") in modo che la tua stanza da pranzo rimanga nella perenne penombra. E nel momento in cui il sopracitato albero perirà, sostituirlo con un INTERO FRUTTETO di pesche della zona.

Ora ditemi, cosa deve fare un uomo per sopravvivere ai continui attentati della propria specie? Ma soprattutto, perchè ci si meraviglia quando la cronaca nera parla di vicini che si prendono a fucilate?

Dimenticavo, tutti i fatti qui citati sono testimonianza diretta, vicende vissute in prima persona. Rendetemi note le vostre esperienze di vicinato, cosicchè possa consolarmi (o spararmi ad un piede).

Che brutta razza quella umana. Meglio nascere piattole.


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In questi giorni riflettevo in materia di dinamiche familiari e continuavo a rivedere nella testa uno spezzone di film, della cui provenienza purtroppo non riesco a ricordare granchè (ma forse trattasi di morettiana genesi), nel quale veniva caratterizzata la figura (vorrei dire mitologica ma purtroppo non lo è) del dio bambino. No, non si parlava del Bambin Gesù nè tantomeno del Piccolo Buddha. La divinità-bambino di cui si trattava in questo film, non andava a richiamare nessuna eterea figura teologica o religiosa, ma tratteggiava i caratteri distintivi di una presenza terrena fastidiosamente ricorrente: quella del bambino tiranno che tiene in pugno genitori invertebrati esercitando del terrorismo psicologico degno di un temibile dittatore asiatico, e che determina le sorti familiari a botte di capricci e vere e proprie minacce.

Pensavo a ciò, perchè l'altro dì mi è venuta a far visita una persona con adorabile pargolo al seguito. Ammetto magari di non essere più tanto abituata a veder scarrozzare infanti per casa (a parte la mia figlioccia che però ha ricevuto un'educazione, grazie a Iddio), ma "l'esuberanza" di queste piccole bestioline isteriche mi lascia ogni volta senza parole. Sfido voi a non entrare in apnea, quando, non facendo a tempo ad aprire la porta, un energumeno in miniatura a voi ignoto si lancia all'interno e comincia a girovagare come fosse casa sua e a disseminare distruzione e morte. Ho visto ridursi in coriandoli, quasi per intero, il mio fedele blocchetto di post-it (che tra l'altro quei cubotti sono proprio tanto economici, eh), ravanare senza vergogna all'interno della MIA borsa, disseminarsi libri sul pavimento, e minacciare l'incolumità di vasi di fiori, suppellettili e sacri modellini della Ferrari (il modellino noooh, non si toccah). Ho visto la devastazione compiersi in casa MIA, e un genitore starsene lì, indifferente, dinnanzi alle gesta belliche del figlio. Cioè, non solo non tentare di fermarlo, ma neanche provare a richiamarlo. Il nulla.

Non fatico ad immaginare che il suddetto cataclisma con denti da latte, faccia parte della categoria dei bambini-divinità e che in casa sua gli sia concesso un po' tutto. Immagino che pretenda cose in continuazione e si metta a pestare i piedi qualora si palesi all'orizzonte anche solo l'ombra di un 'no'. Immagino che i genitori siano terrorizzati anche solo alla prospettiva di vederlo piangere o fare i capricci ed elargiscano doni per questo. Immagino, visto i presupposti, resterà un frignone fino ai novant'anni.

E a questo punto sorge naturale chiederselo: ma perchè fate figli? Che questi potranno anche nascere con il fuoco di Satana dentro, ma voi non sapete neanche da che parte cominciare a fare i genitori.

Mi viene da rimpiangere i tempi nei quali la vicina rincorreva il figlio brandendo il manico di scopa. Alla faccia delle moderne teorie di educazione e degli insegnamenti dell'amorevole tata Lucia.



 
[Non è lo spezzone al quale facevo riferimento all'inizio, ma rende bene l'immagine del genitore-invertebrato]
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La redazione del tiggiddue, dopo che per prima e per svariatissime volte, ha attentato, con mirabolanti numeri linguistici, al nostro amato italico idioma, l'altra sera si è dichiarata preoccupata per le sorti dello stesso. L'inglese starebbe minando la sua integrità, han detto. L'inglese, certo.

Sorge spontaneo chiedersi se mai queste genti abbiano frequentato oratori o catechismi, e sentito quindi parlare dei concetti di "esame di coscienza" e del "da che pulpito viene la predica".
Visto che la categoria del giornalista tivvù è quella che in Italia raggiunge ancora il maggior numero di persone, mi domando se, per primi, non dovrebbe evitare di redarre inchieste traboccanti di espressioni traducibilissime, che mì nonna l'altro giorno, dinnanzi ad un servizio in cui si parlava di buyers, competitors e logistic managment, aveva cominciato a farmi l'occhio vitreo.

Mi domando altresì come si possano augurare l'istituzione di un organismo di controllo bacchettone. La lingua è fatta da ciò che le genti decidono di farne.
Forse sta ai giornalisti, per primi, saperle influenzare positivamente. Magari cominciando ad imparare, per primi, come usare i congiuntivi.
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Quando c'è di mezzo la terra natia, in linea generale si ha la tendenza a parlarne in duplici termini di odio/amore. Questo è soprattutto vero per noi italiche genti, così avvezze ad incazzarci come iene quando pungolano il nostro orgoglio italico, ma altrettanto capaci di autolinciarci senza pietà. Ma così è giusto che sia, dato che credo sia bene diffidare di sentimenti radicalmente nazionalisti, che alla fin fine rischiano di diventare sempre qualcosa di paurosamente e pericolosamente estremista.
Cercare di vedere entrambi i lati della medaglia è quello che cerco di fare con l'amata madrepatria, ma anche, in termini più campanilistici, con il Veneto.

Se si cercasse una definizione della mia regione in grado di inglobarne, in due righe, sia pregi che difetti, credo che qualcuno non si farebbe problemi a dipingerla come "terra che ha veduto l'anima al diavolo". Senz'altro una considerazione pesante, tuttavia contiene in sè un fondo di verità. La verità di una terra che un tempo quasi ostentava valori di semplicità, di attaccamento alla terra e al calore del Focolare, e che ora si è votata agli altari del dio Denaro e di Sire Cemento. Una terra che poco si concede al sentimento, al divertimento e alla cultura, e più che essere conosciuta per grandi scrittori, intellettuali e politici, è nota esclusivamente per gli imprenditori. Imprenditori anche illuminati talvolta, ma accompagnati da una schiera di colleghi della piccola, media, grande imprenditoria che, con il supporto di amministrazioni locali sin troppo concessive, si è data alla cementificazione selvaggia e alla deturpazione del paesaggio. Personalmente ho sempre trovato incredibile come si potesse favorire con cotanta leggerezza una costruzione così intensiva e brutale di queste cattedrali di cemento armato che si vedono in giro e di immense zone industriali, con capannoni che 3/4 delle volte rimangono VUOTI, in una delle regioni tra le più turisticamente attive e visitate al mondo. Ma questo probabilmente è il risultato di una mentalità che riconosce come unica fonte di entrate il secondario, l'industria pesante, il sudore della fronte e la speculazione edilizia, non vedendo nella cultura e nel patrimonio artistico la memoria storica della propria terra ed una fonte importante di ricchezza, dato che si sta qui a parlare di grano.

Ultima novità in materia ad avermi lasciata a dir poco allibita è ciò che sta avvenendo a Padova. Zona Abbazia degli Eremitani-Casa di Galileo-Cappella degli Scrovegni, tanto per orientare chi si destreggia nella zona (ma anche chi non è proprio pratico, capirà che questa è una zona chiaramente turistica). In tale area storica vi è appena stato ultimato un parcheggio ( e vabbè), ed ora sono in progetto un GRATTACIELO di metri 104, e un AUDITORIUM che andrà a sorgere, attenzione, a meno di 200 metri dalla Cappella.
L'ampia opera di cementificazione già avviata ha modificato la capacità di assorbimento delle piogge da parte del terreno, e la prevista costruzione dell'Auditorium non fa altro che aumentare la preoccupazione generale, visto che la falda acquifera che lì vi passa, è direttamente collegata a quella che scorre sotto la Cappella (che già in passato ha avuto problemi di allagamento degli scantinati). Abbiamo già una volta rischiato di perdere gli Scrovegni,  a causa dell'inquinamento che aveva compromesso le decorazioni pittoriche , ed ora nuovamente li mettiamo a rischio con questa leggerezza.

Kiss of Judas * Giotto di Bondone by Carla216

Se volete dare il vostro contributo, qui c'è il sito del comitato che sta cercando di agire per la sua tutela, e qui una petizione online volta a chiedere QUANTOMENO vengano realizzate opere di ispezione e salvaguardia del sottosuolo della Cappella.

Spero ancora nel giorno in cui questa terra e l'Italia tutta, si renderà conto di quale tesoro ha per le mani. Forse arriverà.
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Sara: "Oggi il tg2 ha detto che il freddo ha ucciso 30 vittime"
Amica: "..."
Sara: "D'altra parte Studio Aperto aveva raccomandato ad anziani, bambini e senzatetto di rimanere in casa"
Amica: *facepalm*
Sara: "Dovevano starli a sentire, sennò poi per forza ci si imbatte in cadaveri senza vita (cit. tg1)"
Amica: *collassa*
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Lo sapete che disgrazia siamo noi donne. Sempre a fustigarci per il nostro ‘inguardabile’ corpo, e per difetti probabilmente inesistenti e sicuramente poco rilevanti ai fini del giudizio su una persona.
Ad oggi, io posso affermare di avere un atteggiamento abbastanza #sticazzi, però di momenti critici ne ho vissuti, e ogni tanto capita ancora di ricadere nel trappolone. Liberarsi di giudizi estetici omologati che prevedono che un fianco largo sia un’appendice del demonio, anziché una caratteristica armoniosa e sinuosa, tipica della figura mediterranea, non è assolutamente facile. Soprattutto in una società in cui la donna viene cresciuta ed istruita a fare il suo dovere di essere creatura piacente ed appetibile, forzatamente rispettando quelli che sono dettami predefiniti ed incontrovertibili.

Per ciò che mi riguarda, anche nel periodo “odioprofondamentemestessa-fatemiunaplasticatotale”, le uniche cose delle quali non mi ero mai potuta oggettivamente lamentare erano unghie e capelli ( ! ) Unghie naturalmente lunghe e forti, e capelli soffici e boccolosi. Oggettivamente gradevoli alla vista. Ma, se ci potete credere, anche quelli non erano conformi ai dettami del Vangelo secondo Diego Della Palma, e quindi motivo di scherno (con ‘sollecitazioni’ odierne, ripetute come mantra, che recitavano “stirali-stirali-stirali”). Perciò quello che mi chiedo è: quanto di quello rifiutato dai canoni estetici è oggettivamente brutto? Quanto di ciò che è ritenuto bello da questi stessi criteri è effettivamente bello? Capelli ricci, non ‘di moda’ in un determinato periodo storico, sono ‘brutti’? Torsi talmente asciutti da poterci contare le costole, sono belli? O il solo fatto che questi fisici appaiano nelle copertine di moda, li rende gradevoli?

La verità è che è tutta una questione di attitude, e si dovrebbe andare fieri delle proprie peculiarità, siano esse ‘difetti’ o finti tali. Io stessa avrei potuto lisciare sti benedetti capelli, questo mio finto difetto, per evitare di sentire tante storie. Io però i miei ricci li ho sempre considerati il mio segno distintivo, nonché tratto ereditario regalatomi da papà e patrimonio di famiglia. Una mia amica inoltre, tempo fa, mi disse che secondo lei erano lo specchio della mia personalità. Mi piace molto pensarla così sinceramente.

Stesso discorso vale per i ‘difetti’ più palesi. Sono anch’essi un elemento di distinzione e devo sottolineare che, anzi, tra gli uomini e le donne più affascinanti che abbia mai conosciuto, o che abbiano popolato il jet-set, ho visto nasi aquilini, denti storti e ingrigiti dal fumo, ed occhi bicolore.

Poi, lo vogliamo dire? Fossimo anche dei CESSI, non avremmo forse il sacrosanto diritto e libertà di andarcene in giro in tutta la nostra cessitudine? E’ un paese democratico questo.

(E comunque sappiatelo, io dico NO alla piastra).

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Ragazzi sempre attenti al sociale, mi raccomando, aderite numerosi!

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E così fu il 2012. E con esso giunsero scaramanzie, credenze popolari, pseudo-profezie maya e presagi di morte.
Se chiunque abbia un minimo di senso critico si fa una sana risata dinnanzi a certi santoni che, periodicamente, fanno la loro comparsa annunciando la fine dei tempi, altrettanto sistematicamente vi sono frotte di creduloni che entrano in paranoia e, tremanti, attendono la data ics tenendosi per manina. Non credetelo impossibile: per esperienza vi posso dire che non è raro imbattersi in genti che, allarmate dai robertigiacobbo di turno, si ravanano l'internet alla disperata ricerca di spoiler sulla fine del mondo, come neanche ai tempi della stagione finale di Lost.
Ma quello che personalmente mi chiedo è: perchè temere una data random sul calendario quando, essendo noi fatti di materiale organico biodegradabile, possiamo morire in ogni momento? Tipo domani o fra due secondi? Perchè affidarsi alle parole di pseudo divulgatori scientifici alla mera ricerca di dati auditel confortanti?
La verità è che sfioriamo la morte praticamente ogni giorno e, a dimostrazione di ciò, di seguito stilerò la top 5 delle mie situazioni di morte sfiorata (che, NATURALMENTE, non potevano che essere spettacolari data la mia propensione naturale al disastro e alle cose poco ecclatanti) e poi mi si dirà se non sarebbe direttamente più opportuno mettersi sottovuoto per sempre:

#5 LA BISSIA CHE STRISSIA

La cosa meravigliosa dell'abitare in zone collinari immerse nel verde è che vi sono talune associazioni animaliste che ti scambiano per il Parco Nazionale della Majella e che stabiliscono l'impellente necessità che tu venga "ripopolato" di alcune simpatiche specie animali. In alcuni periodi dell'anno non è quindi raro venire sorvolati da elicotteri che, gioiosamente, lanciano carichi di esseri striscianti dalla lingua biforcuta. Succede talvolta che queste viscide creature decidano di avventurarsi nei nuclei abitativi e di dare il benvenuto a casa agli abitanti. Succede altresì che tu, non accorgendoti di nulla, ci cammini a pochi cm di distanza perchè l'amico si è mimetizzato con il granito del pavimento. Succede che, al contrario di ciò che si dice in giro - ossia che dai cieli vengono lanciati serpenti ASSOLUTAMENTE INNOCUI, quella trattavasi di VIPERA quindi potenzialmente VELENOSA. Succede che partono le litanie di insulti.
(n.b. questa la metto alla #5 solo perchè non ho la certezza si trattasse di creatura velenosa, sta di fatto che se non morivo avvelenata, crepavo d'infarto);

#4 UN CLASSICO DELL'AUTOMOBILISTA: L'AQUAPLANING

Per ben 3 volte, dopo che ha piovuto e sempre nella solita maledetta curva, il mio fedele catorcio mi ha tradita e ha tirato dritto con l'intenzione di sfracellarmi contro l'abitazione che sta lì sulla strada. Sistematicamente sono riuscita a fermarmi a circa 10 cm dal muro (non scherzo), grazie alle mie pregevoli doti di pilota dai riflessi pronti (...) Ormai quelli di quella casa lì mi conoscono, e ci si saluta amichevolmente;

#3 COME ON BABY LIGHT MY FIIIIREEE

Avete presente quei maledetti fornelletti a gas del tipo da campeggio? Ecco. Mio padre, un giorno, decise di estrarlo dal cassetto, nel quale stava facendo le ragnatele, e di testarlo IN CASA. Beh, l'affare, non si sa perchè, ha dato una fiammata di quasi un metro e a momenti io (ai tempi pargola) e il babbo si finiva a fare le torce umane. Il volo del fornelletto in fiamme, via terrazzo verso il cortile di sotto, viene ricordato tutt'oggi dai vicini come "lo schianto della cometa di Halley";

#2 A VOLTE NEANCHE STARE SOTTO LA CAMPANA DI VETRO E' SICURO

Le cose che succedono quando ci si avvia, controvoglia, di prima mattina verso l'Università. Può accadere di trovarsi a sostare sotto una campana del vetro sospesa in aria, mentre la nettezza urbana sta facendo il suo lavoro di travaso rifiuti. Con l'autista del camion che ti guarda con gli occhi fuori dalle orbite chiedendosi se sei pazza. Solo assonnata mio caro, solo assonnata;

#1 MORTE COL BOTTO

Trovate sia emozionante assistere ai fuochi d'artificio di Ferragosto in riva al mare? Vi sentite sicuri se gli addetti dello stabilimento balneare vi confinano, a debita distanza, al di là di un cordone di sicurezza? Vi sentite ancora sicuri nel momento in cui un botto scoppia con largo anticipo ad altezza d'uomo ed un detrito incandescente di discrete dimensioni si proietta verso di voi sbagliandovi di una ventina di cm? Ecco, io no.

E ora ditemi, cari catastrofisti, avete ancora paura del 21/12/2012 o vi è sovvenuta la paura di uscire di casa? Perchè, ve lo posso giurare, non sono io che porto sfiga, questa è la vita.

Live long and prosper. E lo direi pure ai Maya se non si fossero estinti.
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Si sta come d'inverno, sugli alberi, i cachi.

Se la versione ungarettiana, con oggetto le foglie autunnali, stava ad indicare la precarietà della vita, questa, a mio avviso, dà bene l'idea dell'atrocità della stessa. Della serie "finiremo tutti a mangiare la polvere, spiaccicati a terra come dei cachi maturi".

E adesso portatemi da uno bravo, presto!
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Della serie:"Ma tutti a me?"

Inutile specificare che tutto ciò che segue è TRUESTORY.

#5 L'UOMO BRUTTIFUL

Maschio A:"Vuoi dirmi che segui lo sport, ma non guardi Beautiful? Seeee, non ci credo manco morto, tutte le donne guardano   Beautiful! Inutile dire che sei esperta di sport per fare colpo sui maschietti ihihihi"
Sara: "..."

#4 IL GRANDE ESPERTO DI SPORT

Maschio B:"Non ci credo che ti intendi di Formula 1! Dai ti sfido, elencami la griglia di partenza di domani!"
Sara:" Raikonnen, Hamilton, Massa, Kubica, Heidfeld..."
Maschio B:" Ah-ah, beccata! Heidfeld corre nel motomondiale, non in F1! Gnè-gnè"
Sara: *stramazza a terra colta da colpo apoplettico*


(n.b. Probabilmente il soggetto aveva confuso Heidfeld con Hayden...)

#3 IL FAN DI UOMINI E DONNE

Maschio C:"Sì, vado in palestra tre volte la settimana e c'è quel tizio che va a fare il corteggiatore a Uomini e Donne che viene a fare pesi, e sai sono andato a stringergli la mano perchè lo ammiroooo"

#2 ARRIDAJE

Maschio D: "Sai, in verità non mi chiamo Costantino come ti avevo detto"
Sara:" Perchè mi hai detto che ti chiamavi così?"
Maschio D:"Mi sono affibbiato il nome Costantino, come quello di Uomini e Donne. Volevo vedere se facevo colpo ahah"
Sara: "..."


#1 ...

Sara: "No, Totti non mi piace come giocatore"
Maschio E: "Sei lesbica?"

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Neanche farlo apposta!
E comunque noi a queste coincidenze non ci crediamo. Vero? VERO?
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Nessuno capisce la mia ironia.
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Adesso siamo tutti qua a stupirci per la velocità con cui è stata approvata la manovra finanziaria. A ragione eh, perchè son cose. Questo comunque non è un atteggiamento brand-new, ma un comportamento tipicamente italico. L' affrettarsi a sollevarsi, il combattere, il reagire nel momento di difficoltà. Gli italiani sono noti per questa cosa. Sono quelli che rispondono con prontezza agli imprevisti, che affrontano con orgoglio e coraggio i momenti bui.

La questione, però, è che questo NON è un momento di difficoltà. L'ITALIA E' PERENNEMENTE UN PAESE IN DIFFICOLTA'. Debito pubblico, disoccupazione, stagnazione, e chi più ne ha più ne metta. Ma dobbiamo essere noi quelli che vanno loro a dire che c'è bisogno di darsi una mossa? Che bisogna stare in campana sempre, stare al passo?
Purtroppo la verità è che, come dicevo qualche giorno fa su twitter, "this is italietta", il paese dove la classe politica se ne strafrega di come sta la gente, di come va il paese e  per la quale non esiste il senso civico e civile. L'importante è tenersi il culo caldo e belli stretti i propri privilegi.

But I have a dream
. Nutro ancora il sogno di un paese dove governo e opposizione collaborano per il bene comune e non si fanno la guerra giusto perchè sì. Ma si sa, i sogni son desideri e questi son discorsi da osteria.
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Ricordo con estrema precisione quale fu l'occasione in cui , per la prima volta, sentii l'espressione "turismo dell'orrore". 
Era il 1999 e nel Tunnel del Monte Bianco, tra Courmayeur e Chamonix, da un camion partì un terribile incendio che provocò la morte di quaranta  persone. Quel tunnel, che collegava Italia e Francia, diventò un inferno di fuoco e fiamme che si riuscì a domare completamente solo dopo diversi giorni. Una fucina all'interno della quale le temperature raggiunsero anche i 1200 gradi, con asfalto che si liquefaceva, auto che si fondevano, conducenti e passeggeri dei quali rimaneva solo la cenere, persone che, invano, avevano cercato riparo nei rifugi pressurizzati per poi trovare la morte per asfissia. Agghiacciante. Una roba che solo a ripensarci e stare qui a raccontarvela mi dà i brividi. 

La notizia già da sola mi impressionò non poco, ma quello che mi lasciò definitivamente senza parole fu ciò che gli inviati di carta stampata e telegiornali raccontarono nei giorni seguenti. Riportavano di persone che andavano sul luogo della tragedia per vedere "quel posto che avevano tanto ripreso le telecamere in quei giorni". Coppie che immortalavano su pellicola i loro figlioletti, usando come sfondo l'entrata carbonizzata del tunnel. Gente che, credo, se avesse potuto, avrebbe oltrepassato i cordoni di sicurezza per andare a mettere il naso sin sull'imbocco del tunnel per constatare di persona se si sentisse l'odore di carne bruciata. 
Non so se esagero nel dire che mi terrificò quasi più il "dopo Monte Bianco" che la disgrazia in sè. Forse no. Perchè se la tragedia di per sè ti lascia impietrito, sgomento, spaventato, indignato, senza parole, quello che viene dopo ti avvelena l'anima. Ti lascia il senso di nausea. Lo schifo. Il raccapriccio. Il realizzare che ci sono persone che non sanno dove sta il buon gusto e il rispetto per i morti e i loro familiari.  
 
Io sono agghiacciata. E lo sono ancora di più nel constatare che il "Turismo dell'orrore" è in crescita vertiginosa. Perchè alle Avetrana, alle Brembate di Sopra, alle Cogne arrivano i pulmini, arriva la gente che chiede:"Scusi, lei mica sa dirmi dove sta la casa di zio Michele?
Di ciò, purtroppo, dobbiamo ringraziare l'occhio di bue mediatico costantemente puntato su fatti di cronaca nera ed in particolar modo su quelli che riguardano omicidi efferati. Per di più, adesso, non bastano più i servizi del telegiornale. Ora ci sono gli approfondimenti, i talk, gli speciali. Esperti o pseudo tali che popolano i salotti della tv e passano i pomeriggi a parlare di tracce ematiche e prove del DNA a spettatori che, sommersi da dati di autopsie,tracce, risultati del luminol, alibi e ipotesi varie, si mettono a giocare al Piccolo Criminologo. L'italiano medio si sente ormai coinvolto direttamente e tratta di questi argomenti con la stessa disinvoltura e serenità con la quale si trattano le chiacchiere da bar e i pettegolezzi circa la vita sentimentale dell'amica della cugina del secondo figlio della suocera della zia Pina. 

Dato che sappiamo che alla bassezza del popolo bue non c'è mai fine, almeno siano i media ad elevare il livello della discussione. Ah beh, ma capisco bene che tragedie, assassini, stragi siano il miglior metodo per distogliere l'attenzione del volgo da questioni politiche e da ciò che veramente dovrebbe essere di pubblico dominio e interesse. 
 
Che non mi si venga comunque a dire che questi pomeriggi e prime serate dedicate al delitto di Yara e di Sarah Scazzi vanno ad esaurire il dovere di informazione. Perchè, per quello che mi riguarda, so distinguere bene dove sta il confine tra informazione e morbosità.

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