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Felice Natale a tutti!
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Ed ecco a voi un manuale che, in 15 mosse, vi insegnerà ad essere un bravo fan dei Muse. Enjoy.
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Si sa che il 90% delle volte i cantautori o gli autori di testi hanno lo scazzo a star lì a spiegarti di cosa parla una canzone, o a cercare di dare un senso logico a versi spesso criptici od oscuri. La maggior parte delle volte se la cavano dicendo che, in una canzone, ognuno ci vede quello che vuole. So true.
Sta di fatto che ci sono numerosi testi che trattano di "tematiche universali" o che sono piuttosto chiari, tanto da rendere lo spiegone alquanto facile e addirittura permettere a qualche illuminato prof di lettere delle scuole dell'obbligo di accostare esponenti del cantautorato italico ed esterofilo ai vari Pascoli, Leopardi e Montale di turno [personalmente ringrazio ancora la mia prof di musica delle medie che, invece di sfrangiarci i maroni con i Madrigali di Gesualdo da Venosa, ci faceva suonare e fare l'analisi del testo di pezzi di Gaber, De Andrè, Dylan & Company. Grazie Annalì, questo sì che si chiama inculcare].

L'altro giorno stavo su Falling Down dei Muse e meditavo sulla "tematica" , nella quale, a mio parere, ci si potrebbe rispecchiare circa 3/4 del popolo ggiovane italico. La Teignmouth descritta da Bellamy, quella cittadina sonnolenta del sud-ovest dell'Inghilterra, trovo che non sia altro che lo specchio della provincia italiana. Ossia noiosa, triste, priva di stimoli per i ggiovani (che poi massì, tutto il mondo è paese). Lo stesso Bellamy ha detto in più di un'occasione che, se non fosse stato per la passione per la musica, si sarebbero invischiati in qualche brutto giro.
Come se non bastasse, queste piccole cittadine, oltre ad offrirti zero opportunità, tendono a vedere di mal' occhio attività di svago e aggregazione giovanile perchè oddio mettere sù una sala prove no, poi disturbi il vicinato. Giocare a calcio nel campetto?Dio no, le urla dei ragazzini disturbano. E poi, se finisce il pallone nel terrazzo del vicino? [Che poi me lo ricordo bene anch'io, eh. Quando da infanta venivo presa ad insulti dalla vicina settantenne perchè correvo nel cortile di fronte casa. Il mio calpestio sull'asfalto disturbava il suo riposino pomeridiano]. Che poi è così che funziona la provincia italiota. Tutto dà noia, tutto disturba. Tutto è da vietare. Massì dai, mettiamo sù un bel divieto di corsa nel cortile. Lasciateli fare sti rigazzini, daje! Lasciateli respirare. Se trovano una passione sana, un qualcosa con il quale occupare il proprio tempo libero, lasciateli fare. Anzi incoraggiateli e non segategli le gambe dicendo che sono tutte perdite di tempo. Perchè è così che si comincia a far crescere il futuro adolescente annoiato, il giovane frustrato, il trentenne depresso. 
Fate in modo che un giorno non si ritrovino a dover cantare come i Pink Floyd: "You are young and life is long and there is time to kill today. / And then one day you find ten years have got behind you. / No one told you when to run, you missed the starting gun". Fate che fra dieci anni i vostri figli non si debbano guardare indietro, accorgendosi di aver perso delle occasioni di crescita per strada.



Discografia:

Muse, Falling Down. Dall'album Showbiz del 1999
Pink Floyd, Time. Dall'album The Dark Side of the Moon del 1973
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Direi che è la fine di un'epoca cari musers..diciamo tutti insieme addio al Matt versione Peter Pan..

Mi sento più vecchia anch'io..

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Abituati siamo abituati alle fregnacce di Mr Matthew Bellamy, ma, cari musers, ancora una volta il nostro frontman preferito dimostra di essere una fonte inesauribile di superbubbole.

A quanto pare le sue mire di conquista spaziale troveranno presto realizzazione, basterebbe soltanto un via libera da parte di Sir Richard Branson che dovrebbe gentilmente ospitare il trio devoniano a bordo del suo
VIRGIN GALACTIC SPACECRAFT per il primo concerto in orbita della storia (ma deve ancora parlargliene con lui, eh?!)

Le pedane fluttuanti e le ballerine ufo sembrano non bastare più.

fonte
NME
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Oggi è un anno esatto dal fattaccio.


Riguardare sto video è sempre una botta di vita.
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Ehm lo so, sono stata un po' assente, ma impegni universitari e rotture di balle varie hanno impedito lo svolgimento di attività catalogabili come "accessorie".
Una cosa che comunque devo assolutamente fare, nonostante l'evento in questione sia datato 4 dicembre 2009, è parlare di quella fantastica esperienza, condivisa con altre due amiche vittime del mio delirio, che è stata il concerto dei Muse a Torino.
Giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito, sono una di quelle che in inglese vengono definite "hardcore fans" e quindi di sovente capiterà di nominare il terzetto britannico da queste parti.

La trasferta torinese è iniziata all'alba e, buona pace di Trenitalia, siamo riuscite ad arrivare sane, salve e in orario. Rifocillamenti del caso e, con ben tre ore e mezza di anticipo sull'apertura dei cancelli, ho trascinato le altre due malcapitate in fila. La sottoscritta infatti, oltre che ad essere una pazza furiosa, non vedeva l'ora di andar fuori dai cancelli per far casino e desiderava accaparrarsi dei posti un minimo decenti visto che era già conscia del fatto che la tribuna sud non le avrebbe di certo permesso di avere una visuale ad hoc. Eh già, tribuna sud. Questo perchè il terzetto britannico, dopo aver fatto da gruppo spalla agli U2 in alcune loro date americane, è stato "ispirato" dal loro palco a 360° e ha deciso di adottarne uno di vagamente simile per il loro personale tour, in modo da sfruttare l'intera capienza dei palazzetti. Di per sè è anche una bella idea, ma insomma, qualche disagino lo comporta. Vedesi predominanza della visuale di lati B, la non totale visibilità dei cosiddetti "effetti scenici" (che comunque in genere neanche quelli del parterre si possono godere a pieno) e l'invisibilità della band spalla (Biffy Clyro). Questo perchè la scenografia, già predisposta per l'inizio dello show dei Muse, ci ha oscurato totalmente la loro esibizione. Peccato perchè, a quanto pare, ci siamo pers-e una performance con i fiocchi del Simon Neil scamiciato. Considerazioni ormonose a parte, abbiamo comunque avuto avuto modo di sentire, e devo dire che live sti Biffy Clyro se la cavano gran bene.
Per quanto riguarda i disagi appena elencati, devo dire che si sarebbero potuti benissimo soprassedere in cambio di un modestissimo sconto sul biglietto limortaccivostra. Ma vabbè, questa è la dura legge del magna-magna!
Lungi da me comunque fare del vittimismo. Nonostante la posizione sfavorevole, abbiamo infatti potuto godere di un ottimo audio, al contrario di altre persone che stavano davanti e si erano lamentate. Non so loro, ma io, davvero, un suono così limpido in giro per palazzetti credo di non averlo mai sentito (mio particolare plauso all'architetto Isozaki).

Considerazioni di parte a parte (eh sì, i giochi di parole sono il mio forte) vale la pena parlare di quella che era l'attrazione principale della serata. Ragazzi, i Muse sono una garanzia sempre e comunque. Non per nulla stiamo parlando della migliore band live del momento. Oltre all'indiscussa competenza tecnica, i tre ragazzotti devoniani hanno la capacità di andare a toccare quelle corde emotive più profonde e scatenare emozioni diametralmente opposte nel giro di pochi minuti. Per dire, passare dalla Exogenesis a Stockholm Syndrome è psicologicamente devastante! Si va dalla voglia di piangere a quella di fare pogo selvaggio sulle tribune (bambini non fatelo, è pericoloso). Se poi ci si lascia rapire da quel chilling falsetto e si associano le canzoni a momenti particolari della propria vita, è finita. Knock down.
C'è comunque da dire che ha fatto piacere ritrovare i tre ragazzi scanzonati degli inizi che, nonostante la popolarità crescente, hanno ancora voglia di divertirsi e divertire.

Mò beccateve la scaletta:

Uprising
Resistance
New Born
Map of the Problematique
Supermassive Black Hole
Mk Ultra
Hysteria
Butterflies & Hurricanes
Nishe
United States of Eurasia
Sunburn
Guiding Light
Drums & Bass Jam (volgarmente detto Helsinki Jam)
Undisclosed Desires
Starlight
Plug in Baby
Time is running out
Unnatural Selection
Exogenesis part I
Stockholm Syndrome
Knights of Cydonia (preceduta da Man with a Harmonica di Morricone)


La preferita della serata comunque è United States of Eurasia che live è proprio da goosebumps per dirla alla britannica. Piano e voce di Bellamy la fanno da padrona.

p.s. si ringraziano i tre per aver scelto come christmas gift 2009 Mk Ultra live in Turin. Grazie rigà, davvero.


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