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Carissime e carissimi,

rieccoci pronti a riprendere la nostra passeggiata vicentina. L'altra volta vi ho ignobilmente abbandonato sul Monte Berico: da qui vi riprendo per poterci avviare verso il promesso centro città.

Vicenza dall'alto
Dalla balconata di Piazzale della Vittoria guardiamo la nostra meta.
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Ciò che è bello non è ciò che piace dato che, a tutt'oggi, si sta ancora qui a parlare di canoni estetici. Il concetto di bellezza, che qualcuno definisce come una certa regolarità e simmetria nei tratti, non sta in piedi in quanto, nella pratica, la bellezza è relativa al tempo. E' assolutamente temporanea, sì. Temporanea sia nel senso di fugace, che di relativa all'epoca nella quale si vive.

Questo concetto trovo sia stato concretamente e indiscutibilmente dimostrato da uno dei più criticati progetti di Nazareno Crea che, come potete vedere qui, ha preso alcune delle più famose muse della storia dell'arte e le ha "adattate" ai canoni odierni, gonfiando labbra, scolpendo zigomi e sottoponendo cosce a trattamenti a base di alghe del Mar Morto. Il fine non è quello di stabilire quali siano i canoni "migliori", ma di dimostrare questa tesi di relatività. E mentre i cultori dell'arte si indignano per lo sfregio arrecato alle opere  e si accapigliano tra loro per capire se photoshop può essere considerato o meno una tecnica artistica, Crea ha colto nel segno e dimostrato la sua tesi, lasciando libero il pubblico di arrivare a delle conclusioni. Ognuno tragga le proprie. 
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Quando c'è di mezzo la terra natia, in linea generale si ha la tendenza a parlarne in duplici termini di odio/amore. Questo è soprattutto vero per noi italiche genti, così avvezze ad incazzarci come iene quando pungolano il nostro orgoglio italico, ma altrettanto capaci di autolinciarci senza pietà. Ma così è giusto che sia, dato che credo sia bene diffidare di sentimenti radicalmente nazionalisti, che alla fin fine rischiano di diventare sempre qualcosa di paurosamente e pericolosamente estremista.
Cercare di vedere entrambi i lati della medaglia è quello che cerco di fare con l'amata madrepatria, ma anche, in termini più campanilistici, con il Veneto.

Se si cercasse una definizione della mia regione in grado di inglobarne, in due righe, sia pregi che difetti, credo che qualcuno non si farebbe problemi a dipingerla come "terra che ha veduto l'anima al diavolo". Senz'altro una considerazione pesante, tuttavia contiene in sè un fondo di verità. La verità di una terra che un tempo quasi ostentava valori di semplicità, di attaccamento alla terra e al calore del Focolare, e che ora si è votata agli altari del dio Denaro e di Sire Cemento. Una terra che poco si concede al sentimento, al divertimento e alla cultura, e più che essere conosciuta per grandi scrittori, intellettuali e politici, è nota esclusivamente per gli imprenditori. Imprenditori anche illuminati talvolta, ma accompagnati da una schiera di colleghi della piccola, media, grande imprenditoria che, con il supporto di amministrazioni locali sin troppo concessive, si è data alla cementificazione selvaggia e alla deturpazione del paesaggio. Personalmente ho sempre trovato incredibile come si potesse favorire con cotanta leggerezza una costruzione così intensiva e brutale di queste cattedrali di cemento armato che si vedono in giro e di immense zone industriali, con capannoni che 3/4 delle volte rimangono VUOTI, in una delle regioni tra le più turisticamente attive e visitate al mondo. Ma questo probabilmente è il risultato di una mentalità che riconosce come unica fonte di entrate il secondario, l'industria pesante, il sudore della fronte e la speculazione edilizia, non vedendo nella cultura e nel patrimonio artistico la memoria storica della propria terra ed una fonte importante di ricchezza, dato che si sta qui a parlare di grano.

Ultima novità in materia ad avermi lasciata a dir poco allibita è ciò che sta avvenendo a Padova. Zona Abbazia degli Eremitani-Casa di Galileo-Cappella degli Scrovegni, tanto per orientare chi si destreggia nella zona (ma anche chi non è proprio pratico, capirà che questa è una zona chiaramente turistica). In tale area storica vi è appena stato ultimato un parcheggio ( e vabbè), ed ora sono in progetto un GRATTACIELO di metri 104, e un AUDITORIUM che andrà a sorgere, attenzione, a meno di 200 metri dalla Cappella.
L'ampia opera di cementificazione già avviata ha modificato la capacità di assorbimento delle piogge da parte del terreno, e la prevista costruzione dell'Auditorium non fa altro che aumentare la preoccupazione generale, visto che la falda acquifera che lì vi passa, è direttamente collegata a quella che scorre sotto la Cappella (che già in passato ha avuto problemi di allagamento degli scantinati). Abbiamo già una volta rischiato di perdere gli Scrovegni,  a causa dell'inquinamento che aveva compromesso le decorazioni pittoriche , ed ora nuovamente li mettiamo a rischio con questa leggerezza.

Kiss of Judas * Giotto di Bondone by Carla216

Se volete dare il vostro contributo, qui c'è il sito del comitato che sta cercando di agire per la sua tutela, e qui una petizione online volta a chiedere QUANTOMENO vengano realizzate opere di ispezione e salvaguardia del sottosuolo della Cappella.

Spero ancora nel giorno in cui questa terra e l'Italia tutta, si renderà conto di quale tesoro ha per le mani. Forse arriverà.

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