![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Carissime e carissimi,
rieccoci pronti a riprendere la nostra passeggiata vicentina. L'altra volta vi ho ignobilmente abbandonato sul Monte Berico: da qui vi riprendo per poterci avviare verso il promesso centro città.
rieccoci pronti a riprendere la nostra passeggiata vicentina. L'altra volta vi ho ignobilmente abbandonato sul Monte Berico: da qui vi riprendo per poterci avviare verso il promesso centro città.
Dalla balconata di Piazzale della Vittoria guardiamo la nostra meta.
Partendo dal Santuario, facciamo il percorso inverso rispetto a quello che compiono i pellegrini: scendiamo seguendo il famoso percorso dei Portici, 150 arcate ripartite a gruppi di dieci, che simboleggiano le 150 Ave Maria del Rosario. Sì, cattolicesimo everywhere.
Giunti alla fine del porticato, abbandoniamo l'atmosfera mistica per immergerci nelle mondanità giornaliere e nelle profanità pronunziate dall'automobilista veneto medio alle prese col traffico cittadino. Sgambettiamo lungo Viale Roma e raggiungiamo Porta Castello, l'entrata ufficiale nel centro storico.
I due corsi principali sono naturalmente dedicati a due personalità vicentine: Corso Fogazzaro (chi si ricorda Piccolo Mondo Antico?) e Corso Palladio (vicentino d'adozione), l'architetto che ci ha regalato la Vicenza che conosciamo oggi e lo status UNESCO.
Se si chiede al cittadino medio italiano cosa sa di Vicenza, credo non gli verrebbe subito in mente di rispondere che è un'importante città d'arte, e questo essenzialmente per due motivi: uno, le vicine Venezia e Verona sono concorrenti alle quali è
I palazzi di Vicenza
Percorrendo Corso Palladio e le laterali, salterà subito all'occhio perchè Vicenza è la città dell'architettura: nel Cinquecento moltissime famiglie nobili della città commissionarono a Palladio, e ad altri importanti nomi, bellissimi palazzi che ridisegnarono la scenografia cittadina.
Palazzo Braschi Palazzo Chiericati, pinacoteca civica

Palazzo Leoni Montanari, sede museale Palazzo Thiene By Hans A. Rosbach (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)],
by Sailko [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) via Wikimedia Commons
or CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)],
via Wikimedia Commons
La fanno da padrona il palladiano e il palladianesimo, ma si incrociano anche altri stili.

Palazzo Leoni Montanari, sede museale Palazzo Thiene By Hans A. Rosbach (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)],
by Sailko [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) via Wikimedia Commons
or CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)],
via Wikimedia Commons
La fanno da padrona il palladiano e il palladianesimo, ma si incrociano anche altri stili.
Casa Pigafetta, ad esempio, è un raro modello di gotico fiorito, con motivi a torciglione e finestre in stile arabesco. Questa fu la dimora di un altro illustre conterraneo, messer Antonio Pigafetta. Se controllate sotto la sua voce enciclopedica, molto probabilmente troverete qualcosa tipo "navigatore vicentino"; in verità fu quello che ai giorni nostri definiremmo un viscido raccomandato, in quanto conquistò un posto a bordo della flotta di Magellano, che compì il famoso primo giro del mondo, non per eccelse doti marinaresche, ma per conoscenze altolocate. Inizialmente Magellano se lo dovette scarrozzare di malavoglia, ignorando che proprio quella palla al piede l'avrebbe infine consegnato alla Storia: l'unica cronaca esistente relativa a quel viaggio fu proprio quella di Pigafetta dato che Magellano non si preoccupò di tenere un diario di bordo.
Per quanto riguarda le abitazioni di calamai famosi, in centro storico, troverete anche quella di Fogazzaro, dello scrittore della versione originale di Giulietta e Romeo e quella temporanea di Goethe che, durante il suo celebre viaggio in Italia, fece tappa anche qui.
Le piazze lungo Corso Palladio
Le piazze più famose della città sono Piazza dei Signori e Piazza Matteotti e mi ci soffermerò perchè raccolgono i tesori più preziosi di Vicenza.
Come praticamente tutti i capoluoghi di provincia veneti, anche Vicenza ha una Piazza dei Signori, segnalata con le colonne d'ordinanza della Serenissima Repubblica di Venezia.
Piazza dei Signori è un trionfo palladiano, con la sua Loggia del Capitanio, ma soprattutto con la Basilica Palladiana.
Loggia del Capitanio Basilica Palladiana
Non fatevi trarre in inganno: la Basilica non è una chiesa, così come quello a fianco non è un campanile. La Basilica Palladiana non è altro che un Palazzo della Ragione, un edificio pubblico adibito ad attività politiche ed economiche e il "campanile" è la Bissara, una torre dell'orologio.
L'edificio originario della Basilica era gotico e a Palladio fu dato l'incarico di intervenire per risolvere alcuni problemi statici: la struttura venne così "ingabbiata" in questi due ordini di logge sovrapposte, classicheggianti e di pietra bianca.
Una delle cose più belle da fare in Basilica Palladiana è salire sul terrazzo, dal quale si ha una suggestiva vista sulla città e da dove si può apprezzare da vicino il marmo rosa della facciata originaria.
Per apprezzare meglio un altro punto forte della Basilica, ossia il suo tetto "a carena di nave rovesciata", consigliata senz'altro una visita all'interno dell'edificio.
Per ultima ho tenuto Piazza Matteotti perchè è quella che ospita il vero e proprio gioiellino di Vicenza: il Teatro Olimpico.
Il Teatro Olimpico è il più importante teatro dell'epoca moderna e, perdonate la vuolgarità, praticamente non lo sa un cazzo di nessuno. Dico più importante perchè è il primissimo esempio di teatro stabile coperto e l'unico al mondo dotato di scenografia fissa. Sembrerò patetica e ridondante nei termini, ma è di una bellezza sconvolgente.
Se vi affidate alla mia opinione, vi direi che buona parte del suo fascino sta nell'effetto sorpresa: il cortile e le mura esterne danno la sensazione di trovarsi in epoca medievale e quindi non si è totalmente preparati a ciò che si trova all'interno.
Il Teatro Olimpico fu l'ultimo progetto di Palladio, il suo canto del cigno. Le scene, ossia questa grandiosa facciata di palazzo e le vie retrostanti, furono realizzate per la prima assoluta, l'Edipo Re di Sofocle, e da lì non furono più mosse. L'altro grande, e principale, effetto sorpresa che regala questo teatro è la veduta che si mostra attraverso la porta maggiore della scena che sembra infinita, ma che in verità sfrutta la tecnica della prospettiva accelerata per far apparire lo spazio molto più lungo di quanto effettivamente sia.
La cavea ricalca gli spalti di un antico teatro romano.
Una delle cose che mi piace di più in assoluto è assistere alla reazione della gente dinnanzi a questo palcoscenico. In particolare osservare le scolaresche che, sminchiate come in qualsiasi gita scolastica, si spintonano, urtano e pernacchiano, finchè non posano gli occhi sulla scena, tramutandosi in statue di sale. Gli addetti al teatro narrano di mandibole slogate e sindromi di Stendhal :)
E con l'Olimpico finisco qui il post. Complimenti a chi è riuscito ad arrivare in fondo!
Per i temerari, ci vediamo la prossima volta con l'alto vicentino.
Foto presenti in questo post e altre di Vicenza le trovate nel mio Flickr https://www.flickr.com/photos/60816141@N05/sets/72157628594736425/