A muse duro
Jan. 25th, 2010 02:56 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Ehm lo so, sono stata un po' assente, ma impegni universitari e rotture di balle varie hanno impedito lo svolgimento di attività catalogabili come "accessorie".
Una cosa che comunque devo assolutamente fare, nonostante l'evento in questione sia datato 4 dicembre 2009, è parlare di quella fantastica esperienza, condivisa con altre due amiche vittime del mio delirio, che è stata il concerto dei Muse a Torino.
Giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito, sono una di quelle che in inglese vengono definite "hardcore fans" e quindi di sovente capiterà di nominare il terzetto britannico da queste parti.
La trasferta torinese è iniziata all'alba e, buona pace di Trenitalia, siamo riuscite ad arrivare sane, salve e in orario. Rifocillamenti del caso e, con ben tre ore e mezza di anticipo sull'apertura dei cancelli, ho trascinato le altre due malcapitate in fila. La sottoscritta infatti, oltre che ad essere una pazza furiosa, non vedeva l'ora di andar fuori dai cancelli per far casino e desiderava accaparrarsi dei posti un minimo decenti visto che era già conscia del fatto che la tribuna sud non le avrebbe di certo permesso di avere una visuale ad hoc. Eh già, tribuna sud. Questo perchè il terzetto britannico, dopo aver fatto da gruppo spalla agli U2 in alcune loro date americane, è stato "ispirato" dal loro palco a 360° e ha deciso di adottarne uno di vagamente simile per il loro personale tour, in modo da sfruttare l'intera capienza dei palazzetti. Di per sè è anche una bella idea, ma insomma, qualche disagino lo comporta. Vedesi predominanza della visuale di lati B, la non totale visibilità dei cosiddetti "effetti scenici" (che comunque in genere neanche quelli del parterre si possono godere a pieno) e l'invisibilità della band spalla (Biffy Clyro). Questo perchè la scenografia, già predisposta per l'inizio dello show dei Muse, ci ha oscurato totalmente la loro esibizione. Peccato perchè, a quanto pare, ci siamo pers-e una performance con i fiocchi del Simon Neil scamiciato. Considerazioni ormonose a parte, abbiamo comunque avuto avuto modo di sentire, e devo dire che live sti Biffy Clyro se la cavano gran bene.
Per quanto riguarda i disagi appena elencati, devo dire che si sarebbero potuti benissimo soprassedere in cambio di un modestissimo sconto sul biglietto limortaccivostra. Ma vabbè, questa è la dura legge del magna-magna!
Lungi da me comunque fare del vittimismo. Nonostante la posizione sfavorevole, abbiamo infatti potuto godere di un ottimo audio, al contrario di altre persone che stavano davanti e si erano lamentate. Non so loro, ma io, davvero, un suono così limpido in giro per palazzetti credo di non averlo mai sentito (mio particolare plauso all'architetto Isozaki).
Considerazioni di parte a parte (eh sì, i giochi di parole sono il mio forte) vale la pena parlare di quella che era l'attrazione principale della serata. Ragazzi, i Muse sono una garanzia sempre e comunque. Non per nulla stiamo parlando della migliore band live del momento. Oltre all'indiscussa competenza tecnica, i tre ragazzotti devoniani hanno la capacità di andare a toccare quelle corde emotive più profonde e scatenare emozioni diametralmente opposte nel giro di pochi minuti. Per dire, passare dalla Exogenesis a Stockholm Syndrome è psicologicamente devastante! Si va dalla voglia di piangere a quella di fare pogo selvaggio sulle tribune (bambini non fatelo, è pericoloso). Se poi ci si lascia rapire da quel chilling falsetto e si associano le canzoni a momenti particolari della propria vita, è finita. Knock down.
C'è comunque da dire che ha fatto piacere ritrovare i tre ragazzi scanzonati degli inizi che, nonostante la popolarità crescente, hanno ancora voglia di divertirsi e divertire.
Mò beccateve la scaletta:
Uprising
Resistance
New Born
Map of the Problematique
Supermassive Black Hole
Mk Ultra
Hysteria
Butterflies & Hurricanes
Nishe
United States of Eurasia
Sunburn
Guiding Light
Drums & Bass Jam (volgarmente detto Helsinki Jam)
Undisclosed Desires
Starlight
Plug in Baby
Time is running out
Unnatural Selection
Exogenesis part I
Stockholm Syndrome
Knights of Cydonia (preceduta da Man with a Harmonica di Morricone)
La preferita della serata comunque è United States of Eurasia che live è proprio da goosebumps per dirla alla britannica. Piano e voce di Bellamy la fanno da padrona.
p.s. si ringraziano i tre per aver scelto come christmas gift 2009 Mk Ultra live in Turin. Grazie rigà, davvero.
Una cosa che comunque devo assolutamente fare, nonostante l'evento in questione sia datato 4 dicembre 2009, è parlare di quella fantastica esperienza, condivisa con altre due amiche vittime del mio delirio, che è stata il concerto dei Muse a Torino.
Giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito, sono una di quelle che in inglese vengono definite "hardcore fans" e quindi di sovente capiterà di nominare il terzetto britannico da queste parti.
La trasferta torinese è iniziata all'alba e, buona pace di Trenitalia, siamo riuscite ad arrivare sane, salve e in orario. Rifocillamenti del caso e, con ben tre ore e mezza di anticipo sull'apertura dei cancelli, ho trascinato le altre due malcapitate in fila. La sottoscritta infatti, oltre che ad essere una pazza furiosa, non vedeva l'ora di andar fuori dai cancelli per far casino e desiderava accaparrarsi dei posti un minimo decenti visto che era già conscia del fatto che la tribuna sud non le avrebbe di certo permesso di avere una visuale ad hoc. Eh già, tribuna sud. Questo perchè il terzetto britannico, dopo aver fatto da gruppo spalla agli U2 in alcune loro date americane, è stato "ispirato" dal loro palco a 360° e ha deciso di adottarne uno di vagamente simile per il loro personale tour, in modo da sfruttare l'intera capienza dei palazzetti. Di per sè è anche una bella idea, ma insomma, qualche disagino lo comporta. Vedesi predominanza della visuale di lati B, la non totale visibilità dei cosiddetti "effetti scenici" (che comunque in genere neanche quelli del parterre si possono godere a pieno) e l'invisibilità della band spalla (Biffy Clyro). Questo perchè la scenografia, già predisposta per l'inizio dello show dei Muse, ci ha oscurato totalmente la loro esibizione. Peccato perchè, a quanto pare, ci siamo pers-e una performance con i fiocchi del Simon Neil scamiciato. Considerazioni ormonose a parte, abbiamo comunque avuto avuto modo di sentire, e devo dire che live sti Biffy Clyro se la cavano gran bene.
Per quanto riguarda i disagi appena elencati, devo dire che si sarebbero potuti benissimo soprassedere in cambio di un modestissimo sconto sul biglietto limortaccivostra. Ma vabbè, questa è la dura legge del magna-magna!
Lungi da me comunque fare del vittimismo. Nonostante la posizione sfavorevole, abbiamo infatti potuto godere di un ottimo audio, al contrario di altre persone che stavano davanti e si erano lamentate. Non so loro, ma io, davvero, un suono così limpido in giro per palazzetti credo di non averlo mai sentito (mio particolare plauso all'architetto Isozaki).
Considerazioni di parte a parte (eh sì, i giochi di parole sono il mio forte) vale la pena parlare di quella che era l'attrazione principale della serata. Ragazzi, i Muse sono una garanzia sempre e comunque. Non per nulla stiamo parlando della migliore band live del momento. Oltre all'indiscussa competenza tecnica, i tre ragazzotti devoniani hanno la capacità di andare a toccare quelle corde emotive più profonde e scatenare emozioni diametralmente opposte nel giro di pochi minuti. Per dire, passare dalla Exogenesis a Stockholm Syndrome è psicologicamente devastante! Si va dalla voglia di piangere a quella di fare pogo selvaggio sulle tribune (bambini non fatelo, è pericoloso). Se poi ci si lascia rapire da quel chilling falsetto e si associano le canzoni a momenti particolari della propria vita, è finita. Knock down.
C'è comunque da dire che ha fatto piacere ritrovare i tre ragazzi scanzonati degli inizi che, nonostante la popolarità crescente, hanno ancora voglia di divertirsi e divertire.
Mò beccateve la scaletta:
Uprising
Resistance
New Born
Map of the Problematique
Supermassive Black Hole
Mk Ultra
Hysteria
Butterflies & Hurricanes
Nishe
United States of Eurasia
Sunburn
Guiding Light
Drums & Bass Jam (volgarmente detto Helsinki Jam)
Undisclosed Desires
Starlight
Plug in Baby
Time is running out
Unnatural Selection
Exogenesis part I
Stockholm Syndrome
Knights of Cydonia (preceduta da Man with a Harmonica di Morricone)
La preferita della serata comunque è United States of Eurasia che live è proprio da goosebumps per dirla alla britannica. Piano e voce di Bellamy la fanno da padrona.
p.s. si ringraziano i tre per aver scelto come christmas gift 2009 Mk Ultra live in Turin. Grazie rigà, davvero.