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Avrò ripetuto sino alla nausea della mia predilezione aka ossessione per twitter, in ambito di socialini. Quando sento il bisogno di elargire il Sara-pensiero, tendo a tradurlo automaticamente in cinguettio dato che su zuckerbergiani lidi tendo ancora a trovarmi a disagio, non so bene se per le passate esperienze di 'amicizia' forzata con bimbominkiume, o se per via della natura eccessivamente 'promozionale' e poco tutelatrice della privacy della piattaforma.

Su twitter viene inevitabilmente prediletta la 'parola' e probabilmente rappresenta il social ideale per chi si sente 'uomo di verbo' (?) Personalmente i 140 caratteri non li sento una limitazione, la capacità di sintesi è sempre stata una qualità stilistica da me apprezzata, sta di fatto che v'è un rovescio della medaglia. I caratteri limitati ti portano alla spasmodica e perenne ricerca della battuta ad effetto. Breve ma ficcante. Pungente ed irriverente. Ed inevitabilmente si finisce col fare dell'ironia e sarcasmo su cose che magari meriterebbero una riflessione articolata, e non due righe liquidate accazzo, in quattro e quattr'otto.

Un esempio emblematico è il caso Schwazer consumato in questi giorni di Olimpiadi. Schwazer, portabandiera dell'atletica italiana, trovato positivo all'antidoping. Apriti cielo! Come se non ci fosse un domani, si abbattono in timeline battute di cattivo gusto e sulle presunte proprietà dopanti della merendina cariadenti per pinguini a cui Alex fa da testimonial. Inutile negare che la cazzata l'ha fatta, ma chi, come me, lo 'conosce' e lo segue dall'inizio della sua carriera agonistica, sa che ciò non è altro che l'atto finale di un percorso fatto di malessere (e secondo me depressione) pesante. Di un individuo che da tempo lanciava messaggi di disagio, e che ogni volta lo si sentiva parlare ai microfoni, lo faceva per dire che non aveva le motivazioni per andare avanti, che era stanco, che non ce la faceva più. Il ricorso all'epo è stato l'ultimo folle tentativo di far fronte alle pressioni e alle aspettative altrui, in un atteggiamento figlio di questi tempi in cui se non vinci non sei nessuno. Tutto questo però la gente non lo sa e non lo vuole sapere. L'importante è giudicare sulle basi del niente, fare i burloni, gli spiritosoni nel patetico tentativo di guadagnarsi un ancor più patetico retweet. Non importa a chi si deve passar sopra.

L'ironia, oltre a saperla capire, bisogna saperla usare, comprendere quando è il caso di scherzare e quando no. Sui social è un'arma data in mano a gente senza licenza.

Macchisenefrega, pensano i più, scherziamoci sù. E a questi non posso che augurare ciò:


[ link: https://twitter.com/GiTode/status/233149329165135872 ]

Diamoce tutti 'na calmata, và.

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