Lo sapete che disgrazia siamo noi donne. Sempre a fustigarci per il nostro ‘inguardabile’ corpo, e per difetti probabilmente inesistenti e sicuramente poco rilevanti ai fini del giudizio su una persona.
Ad oggi, io posso affermare di avere un atteggiamento abbastanza #sticazzi, però di momenti critici ne ho vissuti, e ogni tanto capita ancora di ricadere nel trappolone. Liberarsi di giudizi estetici omologati che prevedono che un fianco largo sia un’appendice del demonio, anziché una caratteristica armoniosa e sinuosa, tipica della figura mediterranea, non è assolutamente facile. Soprattutto in una società in cui la donna viene cresciuta ed istruita a fare il suo dovere di essere creatura piacente ed appetibile, forzatamente rispettando quelli che sono dettami predefiniti ed incontrovertibili.
Per ciò che mi riguarda, anche nel periodo “odioprofondamentemestessa-fatemiunaplasticatotale”, le uniche cose delle quali non mi ero mai potuta oggettivamente lamentare erano unghie e capelli ( ! ) Unghie naturalmente lunghe e forti, e capelli soffici e boccolosi. Oggettivamente gradevoli alla vista. Ma, se ci potete credere, anche quelli non erano conformi ai dettami del Vangelo secondo Diego Della Palma, e quindi motivo di scherno (con ‘sollecitazioni’ odierne, ripetute come mantra, che recitavano “stirali-stirali-stirali”). Perciò quello che mi chiedo è: quanto di quello rifiutato dai canoni estetici è oggettivamente brutto? Quanto di ciò che è ritenuto bello da questi stessi criteri è effettivamente bello? Capelli ricci, non ‘di moda’ in un determinato periodo storico, sono ‘brutti’? Torsi talmente asciutti da poterci contare le costole, sono belli? O il solo fatto che questi fisici appaiano nelle copertine di moda, li rende gradevoli?
La verità è che è tutta una questione di attitude, e si dovrebbe andare fieri delle proprie peculiarità, siano esse ‘difetti’ o finti tali. Io stessa avrei potuto lisciare sti benedetti capelli, questo mio finto difetto, per evitare di sentire tante storie. Io però i miei ricci li ho sempre considerati il mio segno distintivo, nonché tratto ereditario regalatomi da papà e patrimonio di famiglia. Una mia amica inoltre, tempo fa, mi disse che secondo lei erano lo specchio della mia personalità. Mi piace molto pensarla così sinceramente.
Stesso discorso vale per i ‘difetti’ più palesi. Sono anch’essi un elemento di distinzione e devo sottolineare che, anzi, tra gli uomini e le donne più affascinanti che abbia mai conosciuto, o che abbiano popolato il jet-set, ho visto nasi aquilini, denti storti e ingrigiti dal fumo, ed occhi bicolore.
Poi, lo vogliamo dire? Fossimo anche dei CESSI, non avremmo forse il sacrosanto diritto e libertà di andarcene in giro in tutta la nostra cessitudine? E’ un paese democratico questo.
(E comunque sappiatelo, io dico NO alla piastra).
Ad oggi, io posso affermare di avere un atteggiamento abbastanza #sticazzi, però di momenti critici ne ho vissuti, e ogni tanto capita ancora di ricadere nel trappolone. Liberarsi di giudizi estetici omologati che prevedono che un fianco largo sia un’appendice del demonio, anziché una caratteristica armoniosa e sinuosa, tipica della figura mediterranea, non è assolutamente facile. Soprattutto in una società in cui la donna viene cresciuta ed istruita a fare il suo dovere di essere creatura piacente ed appetibile, forzatamente rispettando quelli che sono dettami predefiniti ed incontrovertibili.
Per ciò che mi riguarda, anche nel periodo “odioprofondamentemestessa-fatemiunaplasticatotale”, le uniche cose delle quali non mi ero mai potuta oggettivamente lamentare erano unghie e capelli ( ! ) Unghie naturalmente lunghe e forti, e capelli soffici e boccolosi. Oggettivamente gradevoli alla vista. Ma, se ci potete credere, anche quelli non erano conformi ai dettami del Vangelo secondo Diego Della Palma, e quindi motivo di scherno (con ‘sollecitazioni’ odierne, ripetute come mantra, che recitavano “stirali-stirali-stirali”). Perciò quello che mi chiedo è: quanto di quello rifiutato dai canoni estetici è oggettivamente brutto? Quanto di ciò che è ritenuto bello da questi stessi criteri è effettivamente bello? Capelli ricci, non ‘di moda’ in un determinato periodo storico, sono ‘brutti’? Torsi talmente asciutti da poterci contare le costole, sono belli? O il solo fatto che questi fisici appaiano nelle copertine di moda, li rende gradevoli?
La verità è che è tutta una questione di attitude, e si dovrebbe andare fieri delle proprie peculiarità, siano esse ‘difetti’ o finti tali. Io stessa avrei potuto lisciare sti benedetti capelli, questo mio finto difetto, per evitare di sentire tante storie. Io però i miei ricci li ho sempre considerati il mio segno distintivo, nonché tratto ereditario regalatomi da papà e patrimonio di famiglia. Una mia amica inoltre, tempo fa, mi disse che secondo lei erano lo specchio della mia personalità. Mi piace molto pensarla così sinceramente.
Stesso discorso vale per i ‘difetti’ più palesi. Sono anch’essi un elemento di distinzione e devo sottolineare che, anzi, tra gli uomini e le donne più affascinanti che abbia mai conosciuto, o che abbiano popolato il jet-set, ho visto nasi aquilini, denti storti e ingrigiti dal fumo, ed occhi bicolore.
Poi, lo vogliamo dire? Fossimo anche dei CESSI, non avremmo forse il sacrosanto diritto e libertà di andarcene in giro in tutta la nostra cessitudine? E’ un paese democratico questo.
(E comunque sappiatelo, io dico NO alla piastra).