Il dio bambino
Mar. 29th, 2012 10:49 pmIn questi giorni riflettevo in materia di dinamiche familiari e continuavo a rivedere nella testa uno spezzone di film, della cui provenienza purtroppo non riesco a ricordare granchè (ma forse trattasi di morettiana genesi), nel quale veniva caratterizzata la figura (vorrei dire mitologica ma purtroppo non lo è) del dio bambino. No, non si parlava del Bambin Gesù nè tantomeno del Piccolo Buddha. La divinità-bambino di cui si trattava in questo film, non andava a richiamare nessuna eterea figura teologica o religiosa, ma tratteggiava i caratteri distintivi di una presenza terrena fastidiosamente ricorrente: quella del bambino tiranno che tiene in pugno genitori invertebrati esercitando del terrorismo psicologico degno di un temibile dittatore asiatico, e che determina le sorti familiari a botte di capricci e vere e proprie minacce.
Pensavo a ciò, perchè l'altro dì mi è venuta a far visita una persona con adorabile pargolo al seguito. Ammetto magari di non essere più tanto abituata a veder scarrozzare infanti per casa (a parte la mia figlioccia che però ha ricevuto un'educazione, grazie a Iddio), ma "l'esuberanza" di queste piccole bestioline isteriche mi lascia ogni volta senza parole. Sfido voi a non entrare in apnea, quando, non facendo a tempo ad aprire la porta, un energumeno in miniatura a voi ignoto si lancia all'interno e comincia a girovagare come fosse casa sua e a disseminare distruzione e morte. Ho visto ridursi in coriandoli, quasi per intero, il mio fedele blocchetto di post-it (che tra l'altro quei cubotti sono proprio tanto economici, eh), ravanare senza vergogna all'interno della MIA borsa, disseminarsi libri sul pavimento, e minacciare l'incolumità di vasi di fiori, suppellettili e sacri modellini della Ferrari (il modellino noooh, non si toccah). Ho visto la devastazione compiersi in casa MIA, e un genitore starsene lì, indifferente, dinnanzi alle gesta belliche del figlio. Cioè, non solo non tentare di fermarlo, ma neanche provare a richiamarlo. Il nulla.
Non fatico ad immaginare che il suddetto cataclisma con denti da latte, faccia parte della categoria dei bambini-divinità e che in casa sua gli sia concesso un po' tutto. Immagino che pretenda cose in continuazione e si metta a pestare i piedi qualora si palesi all'orizzonte anche solo l'ombra di un 'no'. Immagino che i genitori siano terrorizzati anche solo alla prospettiva di vederlo piangere o fare i capricci ed elargiscano doni per questo. Immagino, visto i presupposti, resterà un frignone fino ai novant'anni.
E a questo punto sorge naturale chiederselo: ma perchè fate figli? Che questi potranno anche nascere con il fuoco di Satana dentro, ma voi non sapete neanche da che parte cominciare a fare i genitori.
Mi viene da rimpiangere i tempi nei quali la vicina rincorreva il figlio brandendo il manico di scopa. Alla faccia delle moderne teorie di educazione e degli insegnamenti dell'amorevole tata Lucia.
Pensavo a ciò, perchè l'altro dì mi è venuta a far visita una persona con adorabile pargolo al seguito. Ammetto magari di non essere più tanto abituata a veder scarrozzare infanti per casa (a parte la mia figlioccia che però ha ricevuto un'educazione, grazie a Iddio), ma "l'esuberanza" di queste piccole bestioline isteriche mi lascia ogni volta senza parole. Sfido voi a non entrare in apnea, quando, non facendo a tempo ad aprire la porta, un energumeno in miniatura a voi ignoto si lancia all'interno e comincia a girovagare come fosse casa sua e a disseminare distruzione e morte. Ho visto ridursi in coriandoli, quasi per intero, il mio fedele blocchetto di post-it (che tra l'altro quei cubotti sono proprio tanto economici, eh), ravanare senza vergogna all'interno della MIA borsa, disseminarsi libri sul pavimento, e minacciare l'incolumità di vasi di fiori, suppellettili e sacri modellini della Ferrari (il modellino noooh, non si toccah). Ho visto la devastazione compiersi in casa MIA, e un genitore starsene lì, indifferente, dinnanzi alle gesta belliche del figlio. Cioè, non solo non tentare di fermarlo, ma neanche provare a richiamarlo. Il nulla.
Non fatico ad immaginare che il suddetto cataclisma con denti da latte, faccia parte della categoria dei bambini-divinità e che in casa sua gli sia concesso un po' tutto. Immagino che pretenda cose in continuazione e si metta a pestare i piedi qualora si palesi all'orizzonte anche solo l'ombra di un 'no'. Immagino che i genitori siano terrorizzati anche solo alla prospettiva di vederlo piangere o fare i capricci ed elargiscano doni per questo. Immagino, visto i presupposti, resterà un frignone fino ai novant'anni.
E a questo punto sorge naturale chiederselo: ma perchè fate figli? Che questi potranno anche nascere con il fuoco di Satana dentro, ma voi non sapete neanche da che parte cominciare a fare i genitori.
Mi viene da rimpiangere i tempi nei quali la vicina rincorreva il figlio brandendo il manico di scopa. Alla faccia delle moderne teorie di educazione e degli insegnamenti dell'amorevole tata Lucia.
[Non è lo spezzone al quale facevo riferimento all'inizio, ma rende bene l'immagine del genitore-invertebrato]