Bazzicando per il vecchio myspace dell'amico Noel Gallagher, ai tempi in cui si trascinava ancora in tour il ben noto picchiatore di tamburelli (ciao Liam!), lessi della giuoia con la quale si apprestava ad affrontare le date nel nostro paese, che lui amò definire non come patria, ma proprio come "casa spirituale". Fu automatico per me pensare alla mia casa spirituale, l'Irlanda, e stupirmi di come non mi fossi neanche dovuta chiedere quale fosse per me il luogo del cuore, tanto fu automatica l'associazione con l'isola di smeraldo. Questa è l'ennesima, e forse inutile, testimonianza di quella strana sindrome di cui avrete letto, o magari sarete stati dirette vittime, che colpisce chiunque faccia una conoscenza, almeno sul medio termine, dell'isola verde.
A distanza di tempo, e con un bagaglio un po' più consistente di esperienza, potrei forse riconoscere che, più che una "casa spirituale", forse per me ha rappresentato il passaggio all'età adulta, il luogo di iniziazione sociale ( ! ), intellettuale ( ?? ), anche sentimentale ( ... ), uno snodo fondamentale nella trafficata tangenziale della vita [raro esempio d'alta poesia ndr]. Ad ogni modo, credo che, anche per chi non sente l'esigenza del "viaggio spirituale" o "di formazione", essa possa rappresentare una terra piena di fascino, assolutamente all'altezza delle aspettative del turista che brama verdi distese, sperduti agglomerati rurali, romantiche abitazioni con i tetti di paglia. L'unico accorgimento è che forse non è opportuno lasciarsi troppo deviare dalle rotte turistiche mainstream.
Turisticamente parlando, il paese ha saputo vendersi bene grazie ad un comparto attento alla promozione, che ha contribuito e beneficiato del risveglio della "tigre celtica" (periodo di grande fervore economico vissuto prima dell'attuale crisi), riuscendo a valorizzare mete turistiche divenute poi di gran moda, come Dublino, Cork e la costa sud-orientale ed occidentale del paese. I poli maggiori di attrazione erano e sono diventati questi, ma personalmente credo che per il suddetto turista, alla ricerca del gusto "der servaggio", esistano aree più rappresentative e soddisfacenti. Una di queste è County Donegal.

County Donegal si trova all'estremo nord del paese, ed è la zona dove le brame stereotipe del turista-tipo verranno chetate: scogliere a picco sul mare, verdi distese immerse nel silenzio, sperduti villaggi con cottage bianchi dai tetti di paglia, antiche chiese dai tetti scoperchiati. E' anche la zona dell'Irlanda in cui è più probabile imbattersi in popolazione rimasta fedele all'idioma irlandese (languente, tendente al morente) e alle tradizioni locali. Unico lato negativo è che, se generalmente in Irlanda c'è un tempo demmerda, qui è peggio. Assicuro comunque che vale la pena soffrire un po'.
Tra i maggiori luoghi di interesse: Donegal town, Glencolumbkille e le scogliere di Slieve League.
Un sito del Donegal al quale però sono veramente legata è il Glenveagh National Park, 16.000 ettari tutelati tra montagna, palude, laghi e foreste, situati a nord-ovest della contea. Il fascino del luogo risiede nel fatto che è assolutamente incontaminato e che nelle limpide acque dei laghi si specchiano, con spettacolari giochi di riflessi, cielo e maestosi pendii. Manco a dirlo, è il paradiso dei fotografi di paesaggi e persino una cretina come me, che saprebbe maneggiare una piccozza meglio di una macchina fotografica, ha ottenuto dei risultati stupefacenti. Purtroppo ai tempi ero ancora morbosamente fedele alla pellicola e, non avendo lo scanner, non vi posso postare i miei tesssori. Ricorro quindi alla manodopera degli utenti flickr che hanno gentilmente dato l'assenso al libero utilizzo delle loro foto.

"All'ingresso" del National Park sta il Visitor Centre che indirizza verso un Nature Trail che porta dritti verso il Glenveagh Castle, una magione ospitata all'interno del parco costruita negli ultimi decenni del 1800, famosa per i giardini lussureggianti che la circondano. Testimonio che, se vi farete foto lì, ne ricaverete risultati piuttosto ilari: sfondi esotici di pianti verdeggianti originarie del Cile, Madeira e Tasmania, con voi, in primo piano, ricoperti da 15 strati fatti di piumini e sciarpe. Una giungla nel profondo nord: i giardini del Glenveagh Castle, nel contesto irlandese, sono assolutamente un ossimoro.
L'ingresso al Parco Nazionale è chiaramente gratuito; a pagamento solo il castello e i giardini.
Oh, io ve l'ho buttata lì: se siete in zona, luoghi assolutamente da non perdere.
A distanza di tempo, e con un bagaglio un po' più consistente di esperienza, potrei forse riconoscere che, più che una "casa spirituale", forse per me ha rappresentato il passaggio all'età adulta, il luogo di iniziazione sociale ( ! ), intellettuale ( ?? ), anche sentimentale ( ... ), uno snodo fondamentale nella trafficata tangenziale della vita [raro esempio d'alta poesia ndr]. Ad ogni modo, credo che, anche per chi non sente l'esigenza del "viaggio spirituale" o "di formazione", essa possa rappresentare una terra piena di fascino, assolutamente all'altezza delle aspettative del turista che brama verdi distese, sperduti agglomerati rurali, romantiche abitazioni con i tetti di paglia. L'unico accorgimento è che forse non è opportuno lasciarsi troppo deviare dalle rotte turistiche mainstream.
Turisticamente parlando, il paese ha saputo vendersi bene grazie ad un comparto attento alla promozione, che ha contribuito e beneficiato del risveglio della "tigre celtica" (periodo di grande fervore economico vissuto prima dell'attuale crisi), riuscendo a valorizzare mete turistiche divenute poi di gran moda, come Dublino, Cork e la costa sud-orientale ed occidentale del paese. I poli maggiori di attrazione erano e sono diventati questi, ma personalmente credo che per il suddetto turista, alla ricerca del gusto "der servaggio", esistano aree più rappresentative e soddisfacenti. Una di queste è County Donegal.


County Donegal si trova all'estremo nord del paese, ed è la zona dove le brame stereotipe del turista-tipo verranno chetate: scogliere a picco sul mare, verdi distese immerse nel silenzio, sperduti villaggi con cottage bianchi dai tetti di paglia, antiche chiese dai tetti scoperchiati. E' anche la zona dell'Irlanda in cui è più probabile imbattersi in popolazione rimasta fedele all'idioma irlandese (languente, tendente al morente) e alle tradizioni locali. Unico lato negativo è che, se generalmente in Irlanda c'è un tempo demmerda, qui è peggio. Assicuro comunque che vale la pena soffrire un po'.
Tra i maggiori luoghi di interesse: Donegal town, Glencolumbkille e le scogliere di Slieve League.
Un sito del Donegal al quale però sono veramente legata è il Glenveagh National Park, 16.000 ettari tutelati tra montagna, palude, laghi e foreste, situati a nord-ovest della contea. Il fascino del luogo risiede nel fatto che è assolutamente incontaminato e che nelle limpide acque dei laghi si specchiano, con spettacolari giochi di riflessi, cielo e maestosi pendii. Manco a dirlo, è il paradiso dei fotografi di paesaggi e persino una cretina come me, che saprebbe maneggiare una piccozza meglio di una macchina fotografica, ha ottenuto dei risultati stupefacenti. Purtroppo ai tempi ero ancora morbosamente fedele alla pellicola e, non avendo lo scanner, non vi posso postare i miei tesssori. Ricorro quindi alla manodopera degli utenti flickr che hanno gentilmente dato l'assenso al libero utilizzo delle loro foto.

"All'ingresso" del National Park sta il Visitor Centre che indirizza verso un Nature Trail che porta dritti verso il Glenveagh Castle, una magione ospitata all'interno del parco costruita negli ultimi decenni del 1800, famosa per i giardini lussureggianti che la circondano. Testimonio che, se vi farete foto lì, ne ricaverete risultati piuttosto ilari: sfondi esotici di pianti verdeggianti originarie del Cile, Madeira e Tasmania, con voi, in primo piano, ricoperti da 15 strati fatti di piumini e sciarpe. Una giungla nel profondo nord: i giardini del Glenveagh Castle, nel contesto irlandese, sono assolutamente un ossimoro.
L'ingresso al Parco Nazionale è chiaramente gratuito; a pagamento solo il castello e i giardini.
Oh, io ve l'ho buttata lì: se siete in zona, luoghi assolutamente da non perdere.