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I giorni di ferie, in compagnia della prode
isha00, quest'anno si è deciso di farli ruotare, in vario modo, attorno al tema "montagna".
La montagna, ad esclusione degli appassionati che ne fanno spesso una vera e propria filosofia di vita, viene talvolta guardata con sufficienza o addirittura con un'ombra di derisione, in quanto si tende a collegare l'immagine delle alte quote con quella del montanaro ignorante che veste pelli di capra. Per non parlare poi del nonno burbero di Heidi e le caprette che fanno ciao. Un festival di tristi clichè che tralasciano il fatto che, spesse volte, si riscontra più saggezza ed intelligenza in persone che vivono a contatto con la natura in queste zone impervie, che in genti che hanno basato la propria esperienza di vita esclusivamente sui libri. Gli ostacoli aguzzano l'ingegno, come si suol dire. Senso pratico e umiltà sono altri due tratti che ho spesso riscontrato in questa gente. Chi sta in montagna e vive di agricoltura e allevamento è fatalista e raramente cade nella trappola del sentirsi onnipotente, come invece è accaduto, prima della recente crisi, a numerose genti inurbate. La gente che sta in montagna vive in balia degli eventi naturali tutti i giorni di tutto l'anno. Sa che basta una grandinata, l'eccessiva pioggia o qualche tempo di siccità per perdere il raccolto e mettere in ginocchio la propria attività. Sa che è nelle mani di una forza maggiore, la si voglia essa chiamare con il nome di Iddio o di Madre Natura. Naturalmente v'è anche il rovescio della medaglia, una certa chiusura mentale ed un fiero compiacimento nello stare chiusi nella propria piccola realtà, tuttavia vale la pena frequentare questi luoghi e questa gente per cogliere ciò che di positivo hanno da insegnare.
Questo agosto ho dedicato una settimana all'Alto Adige e, grazie all'escursionismo, ho avuto modo di apprezzare, oltre all'aspetto etnologico, anche le particolarità naturali della montagna.
1) Le opere dell'uomo a fronte degli ostacoli della natura
Per superare le insidie della montagna talvolta l'uomo ha dato vita a delle opere eccezionali. Con l'obiettivo di andare a fare trekking dal Passo della Mendola (Bz), dal quale si diramano numerosi sentieri per escursionisti, ho avuto modo di prendere la Mendelbahn, quella che è una delle più importanti e ripide funicolari d'Europa. Dodici minuti di corsa portano dall'abitato di Sant'Antonio al Passo, percorrendo un dislivello di ben 854 metri e una pendenza media del 65%.

Salita con una fantastica visuale sulla vallata. Panorama ancor più mozzafiato una volta che, giunte a destinazione, abbiamo imboccato il sentiero 500 alla volta del Monte Penegal (m. 1700 e rotti). La cima è una finestra privilegiata sulle Dolomiti, sull'abitato di Bolzano e sul Lago di Caldaro, famoso, ovviamente tra i germanici, per essere il lago più caldo dell'arco alpino.

Bolzano dall'alto Lago di Caldaro e Dolomiti (peccato per la foschia)
2) Gli scherzi della natura
I panorami che si godono in montagna sono sempre speciali. Oltre a suggestivi picchi e viste dominanti sulle vallate, a volte capita di imbattersi in quelli che definirei scherzi della natura. Un esempio sono le Piramidi di Terra del Renon (Erdpyramiden am Ritten), suggestivi pinnacoli che portano sulla cima un masso, sfidando ogni legge di gravità. Sono nati da un particolare fenomeno di erosione.

3) Colori spettacolari
In montagna, in termini di colore, non v'è nulla che stupisce come i laghi glaciali, in grado di riverberare un blu-verde incredibile, provocato dal fatto che le acque vengono alimentate dallo scioglimento dei ghiacciai che portano con sè detriti bianchi. I fondali, di conseguenza, sono chiari e non torbidi.

Un esempio è il Lago di Braies in Val Pusteria, che al momento sta vivendo un periodo di grande popolarità grazie ad una fiction che l'amata mamma rai gira qui.
A conclusione della nostra esplorazione escursionistica altoatesina, abbiamo deciso di tirare più o meno le somme visitanto Sigmundskron, castello poco lontano dall'uscita autostradale di Bolzano sud, sede centrale del circolo museale di Reinhold Messner dedicato alla montagna.
Il museo di Sigmundskron ( o di Castel Firmiano dir si voglia) si intitola "La montagna incantata" e tratta, appunto, del rapporto uomo-montagna.
E' un museo singolare, a tratti tortuoso, perchè, dovendo rispettare la struttura di un castello, si va a snodare tra le sale, le torri, i bastioni, i camminamenti, le grotte ( ! ), i cortili presenti all'interno. Le ali allestite sono nove e la visita richiede tre ore buone.
Quando un non appassionato visita Firmiano si rende conto che la montagna è ben altro che un mucchio di rocce e di clichè, è una realtà a sè, un mondo al quale l'uomo ha sempre guardato con misto di ammirazione, stupore, riverenza. Non a caso un settore del museo è dedicato alle "religioni della montagna" e mostra come molti popoli nella storia abbiano fissato sulla cima di un monte la residenza delle proprie divinità (vedasi l'Olimpo, il Fuji, ecc..)
Il settore quattro, ubicato in una grotta, tratta de i miti della montagna (in particolare quello del Re Laurino), mentre dal quinto in poi si sviluppa la storia della conquista delle montagne, con il settimo settore che tratta della famosa corsa agli ottomila del mondo e che conserva reliquie varie dei più famosi alpinisti (per gli appassionati ci sono gioiellini come l'attrezzatura usata da Bonatti nel '54 sul K2).
Interessanti dipinti con soggetto montagna tra i quali un paio di Warhol, e un' Art Gallery che ospita mostre temporanee (fino a novembre c'è n'è una che tratta del movimento e lo stato dei ghiacciai nel Caucaso e sul Karakorum).
Fantastica location per un museo con tratti di camminamento lungo le mura che danno una bellissima vista su Bolzano e i monti circostanti. Quello della montagna è un tema che a mio avviso può interessare pure i non appassionati , anche se, proposto come "museo esperenziale", è piuttosto carente di cartelli e didascalie (sarà un limite mio, ma non vedo cosa ci sia di sbagliato nel rendere i musei un po' più didascalici, giusto per dare un contesto e una visuale d'insieme al visitatore). In ogni caso vale assolutamente la pena.
***
Per gli interessati, come arrivare
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La montagna, ad esclusione degli appassionati che ne fanno spesso una vera e propria filosofia di vita, viene talvolta guardata con sufficienza o addirittura con un'ombra di derisione, in quanto si tende a collegare l'immagine delle alte quote con quella del montanaro ignorante che veste pelli di capra. Per non parlare poi del nonno burbero di Heidi e le caprette che fanno ciao. Un festival di tristi clichè che tralasciano il fatto che, spesse volte, si riscontra più saggezza ed intelligenza in persone che vivono a contatto con la natura in queste zone impervie, che in genti che hanno basato la propria esperienza di vita esclusivamente sui libri. Gli ostacoli aguzzano l'ingegno, come si suol dire. Senso pratico e umiltà sono altri due tratti che ho spesso riscontrato in questa gente. Chi sta in montagna e vive di agricoltura e allevamento è fatalista e raramente cade nella trappola del sentirsi onnipotente, come invece è accaduto, prima della recente crisi, a numerose genti inurbate. La gente che sta in montagna vive in balia degli eventi naturali tutti i giorni di tutto l'anno. Sa che basta una grandinata, l'eccessiva pioggia o qualche tempo di siccità per perdere il raccolto e mettere in ginocchio la propria attività. Sa che è nelle mani di una forza maggiore, la si voglia essa chiamare con il nome di Iddio o di Madre Natura. Naturalmente v'è anche il rovescio della medaglia, una certa chiusura mentale ed un fiero compiacimento nello stare chiusi nella propria piccola realtà, tuttavia vale la pena frequentare questi luoghi e questa gente per cogliere ciò che di positivo hanno da insegnare.
Questo agosto ho dedicato una settimana all'Alto Adige e, grazie all'escursionismo, ho avuto modo di apprezzare, oltre all'aspetto etnologico, anche le particolarità naturali della montagna.
1) Le opere dell'uomo a fronte degli ostacoli della natura
Per superare le insidie della montagna talvolta l'uomo ha dato vita a delle opere eccezionali. Con l'obiettivo di andare a fare trekking dal Passo della Mendola (Bz), dal quale si diramano numerosi sentieri per escursionisti, ho avuto modo di prendere la Mendelbahn, quella che è una delle più importanti e ripide funicolari d'Europa. Dodici minuti di corsa portano dall'abitato di Sant'Antonio al Passo, percorrendo un dislivello di ben 854 metri e una pendenza media del 65%.


Salita con una fantastica visuale sulla vallata. Panorama ancor più mozzafiato una volta che, giunte a destinazione, abbiamo imboccato il sentiero 500 alla volta del Monte Penegal (m. 1700 e rotti). La cima è una finestra privilegiata sulle Dolomiti, sull'abitato di Bolzano e sul Lago di Caldaro, famoso, ovviamente tra i germanici, per essere il lago più caldo dell'arco alpino.


Bolzano dall'alto Lago di Caldaro e Dolomiti (peccato per la foschia)
2) Gli scherzi della natura
I panorami che si godono in montagna sono sempre speciali. Oltre a suggestivi picchi e viste dominanti sulle vallate, a volte capita di imbattersi in quelli che definirei scherzi della natura. Un esempio sono le Piramidi di Terra del Renon (Erdpyramiden am Ritten), suggestivi pinnacoli che portano sulla cima un masso, sfidando ogni legge di gravità. Sono nati da un particolare fenomeno di erosione.

3) Colori spettacolari
In montagna, in termini di colore, non v'è nulla che stupisce come i laghi glaciali, in grado di riverberare un blu-verde incredibile, provocato dal fatto che le acque vengono alimentate dallo scioglimento dei ghiacciai che portano con sè detriti bianchi. I fondali, di conseguenza, sono chiari e non torbidi.


Un esempio è il Lago di Braies in Val Pusteria, che al momento sta vivendo un periodo di grande popolarità grazie ad una fiction che l'amata mamma rai gira qui.
A conclusione della nostra esplorazione escursionistica altoatesina, abbiamo deciso di tirare più o meno le somme visitanto Sigmundskron, castello poco lontano dall'uscita autostradale di Bolzano sud, sede centrale del circolo museale di Reinhold Messner dedicato alla montagna.
Il museo di Sigmundskron ( o di Castel Firmiano dir si voglia) si intitola "La montagna incantata" e tratta, appunto, del rapporto uomo-montagna.
E' un museo singolare, a tratti tortuoso, perchè, dovendo rispettare la struttura di un castello, si va a snodare tra le sale, le torri, i bastioni, i camminamenti, le grotte ( ! ), i cortili presenti all'interno. Le ali allestite sono nove e la visita richiede tre ore buone.
Quando un non appassionato visita Firmiano si rende conto che la montagna è ben altro che un mucchio di rocce e di clichè, è una realtà a sè, un mondo al quale l'uomo ha sempre guardato con misto di ammirazione, stupore, riverenza. Non a caso un settore del museo è dedicato alle "religioni della montagna" e mostra come molti popoli nella storia abbiano fissato sulla cima di un monte la residenza delle proprie divinità (vedasi l'Olimpo, il Fuji, ecc..)
Il settore quattro, ubicato in una grotta, tratta de i miti della montagna (in particolare quello del Re Laurino), mentre dal quinto in poi si sviluppa la storia della conquista delle montagne, con il settimo settore che tratta della famosa corsa agli ottomila del mondo e che conserva reliquie varie dei più famosi alpinisti (per gli appassionati ci sono gioiellini come l'attrezzatura usata da Bonatti nel '54 sul K2).
Interessanti dipinti con soggetto montagna tra i quali un paio di Warhol, e un' Art Gallery che ospita mostre temporanee (fino a novembre c'è n'è una che tratta del movimento e lo stato dei ghiacciai nel Caucaso e sul Karakorum).
Fantastica location per un museo con tratti di camminamento lungo le mura che danno una bellissima vista su Bolzano e i monti circostanti. Quello della montagna è un tema che a mio avviso può interessare pure i non appassionati , anche se, proposto come "museo esperenziale", è piuttosto carente di cartelli e didascalie (sarà un limite mio, ma non vedo cosa ci sia di sbagliato nel rendere i musei un po' più didascalici, giusto per dare un contesto e una visuale d'insieme al visitatore). In ogni caso vale assolutamente la pena.
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Per gli interessati, come arrivare
- al Monte Penegal: bus Bolzano-Sant'Antonio ; Funicolare per il passo della Mendola ; sentiero 500 direzione Penegal;
- alle Piramidi di Terra del Renon: Bolzano-Soprabolzano con funivia del Renon ; Soprabolzano-Collalbo con il trenino del Renon ; sentiero n.20 (Fennpromenade);
- al Lago di Braies: linea ferroviaria Bolzano-Brennero con fermata a Fortezza ; linea ferroviaria Fortezza-San Candido con fermata a Villabassa ; da Villabassa bus apposito per il Lago di Braies;
- a Castel Firmiano: bus navetta dalla stazione di Bolzano o a piedi sentiero n.1.
no subject
Date: 2013-09-08 08:40 am (UTC)no subject
Date: 2013-09-08 07:43 pm (UTC)Io, al contrario, ho fatti tantissimi anni al mare e sto da poco tempo scoprendo certi luoghi di montagna, che, per certi versi, sento più affini.
no subject
Date: 2013-09-10 03:41 pm (UTC)Ma nu! :( Non credo abbia questa nomea... ma se tu lo scrivi vuol dire che sono io poco informata.
A me rimanda, nell'ordine, a: paesaggi stupendi --> gran camminate --> bronci verso il mio Orso che vuole sempre fare percorsi faticosissimi con pendenze "sportive" durata minima 5 ore --> gran mangiate, che tanto si può, abbiamo bruciato miliardi di calorie. :P
no subject
Date: 2013-09-10 07:50 pm (UTC)